Il “bilinguismo industriale” in Adriatico

(Fin)cantieri di fondazione
Puerum salva

Gennaio Febbraio 2019

L’Anti trust europeo ritarda l’operazione Fincantieri volta all’acquisizione dei cantieri francesi di Saint – Nazaire; la stessa operazione era stata ritardata in precedenza dal Governo francese di Macron.
Il Governo croato consente a gruppi industriali privati l’offerta di acquisizione dei cantieri  navali di Pola (Istria meridionale) e di Fiume (Golfo del Quarnaro); Fincantieri, già presente a Spalato (Dalmazia centrale), sembra interessata solo ai cantieri “3 maggio” di Fiume.

Pola, Fiume, Spalato, Monfalcone, tutti centri sposati con lo stesso mare; ancora una volta la storia offre la possibilità di unificare il sempre indiviso dalla geografia: l’Adriatico. Fincantieri, di concerto con il Governo italiano e il Governo croato, faccia uno sforzo per acquisire anche i cantieri navali di Pola; il governo croato faccia uno sforzo per applicare il bilinguismo parlato e visivo a Pola – Pula, Fiume – Rijeka e Spalato – Split; in fin dei conti non farà che codificare con leggi statuali le leggi del buon senso, che registrano una realtà in progressione mistilingue ineludibile in un mare che può dare a tutti i suoi bagnanti pane e companatico sufficienti a una vita decorosa.
Il “bilinguismo industriale” in Adriatico aiuterà a tenere lontane le lingue di popoli da esso lontani; opportunisti e rapinatori che non hanno alcun interesse a tenerlo pulito e produttivo per i pronipoti dei loro cittadini.
Avviso ai naviganti (adriatici): si raccomandi ai politici di turno italiani e croati che dovessero impegnarsi per il programma del “bilinguismo industriale”, di non insultare o deridere interi popoli europei, a cominciare da quello francese, per l’incapacità dei loro governanti di assemblare alcunché sul piano europeo: non si curino di loro, ma guardino e passino.

Il confine politico può cambiare, l’industrioso “bilinguismo industriale” aiuta a rendere incruenti le sue variazioni.
Batte i nostalgici, e salva i bagnanti impedendo che l’acqua si sporchi di sangue. 

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis 

Limitandoci a considerare quella più restrittiva delle tre ipotesi esaminate in altra pubblicazione (1), il tratto di confine naturale italiano orientale coincide con quello del confine naturale del Friuli – Venezia Giulia.
Un confine naturale limitato a nord dalle Alpi Carniche che separano l’Italia dall’Austria; limitato a est dalle Alpi Giulie che evidenziate dalla cima del Monte Tricorno di 2.863 metri, dalla cima del Monte Nevoso di 1.796 metri svettante a nord di Fiume, e dalla cima del Monte Risnjak di 1.528 metri svettante a nord est di Fiume, separano l’Italia dalla Slovenia e dalla Croazia; limitato a sud est dalla Depressione delle Conche (Passo di Vrata) che, separando le Alpi Giulie dalle Alpi Dalmatiche (2), separano la Venezia Giulia dalla Dalmazia; limitato a sud dal Golfo del Quarnaro con le isole di Cherso e Veglia (fronteggianti la Città), e dalle isole di Lussino con le minori.
Secondo quanto premesso Fiume risulta nettissimamente compresa nel territorio naturale italiano, situata com’è a occidente delle Alpi Giulie.
Per la geografia Fiume è una città italiana.
Sempre.
Fa bene l’Europa a non chiedere con fermezza alla Croazia l’applicazione del bilinguismo perfetto italiano – croato (visivo e scritto) in Città?
Fa bene la Croazia a non applicarlo a condizione che l’Europa lo codifichi internazionalmente garantendone l’applicabilità anche nel caso di appartenenza politica della Città diversa da quella attuale? 

(1) – CLAUDIO SUSMEL, I confini naturali d’Italia, Carlo Delfino editore pagg. 216, Sassari, 2011.
(2) – Le Alpi Dalmatiche – così denominate da chi scrive – comprendono il Gruppo del Bittorai con le sue cime del Bittorai e del Visevica, le Alpi Bebie (chiamate anche Velebiti), e la linea costiera delle Dinariche.
Le Alpi Dalmatiche, sovrastanti la costa adriatica, si elevano a nord – est delle sorgenti dei fiumi tributari dell’Adriatico, a nord – est delle città di Novi, Segna,Carlopago, Zara, Sebenico, Traù, Spalato, Ragusa, Perasto, Cattaro, Bar, Dulcigno, fino al corso del fiume Boiana, che sfocia in Adriatico. 

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