Pere mature e raccoglitori acerbi
Memento ut existimationis libertatem obtineas
22 febbraio 2019
Le leggi sulle Guarentigie in vigore dopo l’annessione di Roma e del restante territorio pontificio al Regno d’Italia (1870), pur non costituendo uno Stato indipendente assicuravano extraterritorialità a un minimo di territorio governato dal Papa, cui venivano assicurati onori da capo di Stato.
L’11 febbraio 1929 il Presidente del Consiglio italiano – sui generis – Mussolini, e il Cardinale Gasparri firmarono i Patti Lateranensi, che risolvendo la vexata quaestio medioevale circa l’appartenenza o meno a Gesù degli abiti da Lui indossati, risposero affermativamente. Solo gli abiti però, e cioè una porzione minima di territorio su cui la Chiesa potesse poggiare i piedi terreni, avendo sopra di sé l’immensità stellata dell’Universo ad illuminarne i doveri: non più il cavouriano libera Chiesa in libero Stato, ma l’ancora attuale libera Chiesa e libero Stato.
Poca cosa? Le pere erano mature?, e i raccoglitori non dovettero fare molta fatica per raccoglierle?
Delle due una allora: o Theresa May e i sudditi di Elisabetta II – 90 anni dopo – sono raccoglitori acerbi talmente incapaci da non riuscire a raccogliere le pere ultra mature di un “Concordato” con la Comunità Europea per un confine poroso tra i cittadini cattolici della Repubblica d’Irlanda e i sudditi protestanti dell’Irlanda del Nord, oppure quell’operazione del 1929 non era poi così scontata.
Ricordare del passato anche il bambino, se si vuole essere liberi.
A ricordarci l’acqua sporca si impegnano quotidianamente gli stranieri.
Non disinteressatamente.
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis
Il progetto politico volto al raggiungimento dell’Unità d’Italia ha guadagnato alla Nazione qualche ulteriore chilometro quadrato nel 1977, con la ratifica del Trattato di Osimo precedentemente firmato tra Italia e Jugoslavia nel 1975.
Il Trattato ha sancito il riconoscimento giuridico internazionale della sovranità politica italiana sull’amministrazione della Zona A del Territorio Libero di Trieste – mai effettivamente costituitosi – e il recupero delle sacche territoriali del Colovrat e del Sabotino occupate dagli slavi jugo in spregio del Trattato di Pace del 1947.
Quale sarà la prossima tappa concreta per far coincidere il displuvio alpino col confine politico italiano?
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RELAZIONE SU “I CONFINI NATURALI D’ITALIA”
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