Sperperi di guerra e sperperi di pace

Bar Spread
De Monarchia atque de Res pubblica

Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“La monarchia tutela il risparmio dei suoi sudditi.”
“E’ rimasto un po’ indietro?
“Perché?”
“Dal 2 giugno del 1946 l’Italia è una repubblica.”
“Lo so bene.”
“Allora perché dice che è la monarchia che tutela i suoi risparmi?”
“Ha ragione, avrei dovuto dire: tutelava.”
“Vuol dire che i sudditi italiani di allora erano risparmiatori e i cittadini di oggi no?”
“Non parlo degli elettori ma degli eletti – absit gloria verbi -, di quei politici cioè che il risparmio degli italiani lo sperperano per bonus vari, legiferando la riduzione degli anni lavorativi mentre aumenta l’aspettativa di vita, erogando redditi temporanei in attesa di pianificare lavori pubblici invece di pianificare lavori pubblici che garantirebbero retribuzioni durature. “
“Dal 2 giugno 1946 tutti prodighi, prima tutti risparmiatori!, e via!, anche durante il Regno non mancarono scandali e sprechi.”
“Va bene, noto che l’uso del termine monarchia quale sinonimo di saggia amministrazione non passa, diciamo allora che qualche decennio fa, anche nel dopo guerra repubblicano, era più diffuso il concetto di risparmio che si otteneva rinunciando al superfluo.”
“Così va meglio, il deterioramento del concetto è avvenuto a prescindere dal cambio istituzionale.”
“Anche se il primo presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, era monarchico.”
“E che bilanci preventivi voleva che controfirmasse?, alla fine della guerra eravamo poveri in canna, e molti abitavano sotto i ponti, quando non crollati per i bombardamenti.”
“Perché adesso nuotiamo nell’oro?, i transalpini non ci fanno la guerra acquistando nostre aziende?, le istituzioni della Unione Europea non ci fanno la guerra per il nostro Debito Pubblico?, e i cittadini non campano soltanto sotto i ponti ma a Genova ci muoiono anche sotto un ponte, crollato senza che nessun straniero in guerra con noi l’avesse bombardato; in tempo di pace gli eletti – ariabsit gloria verbi – potrebbero far  andare le cose un po’ meglio non trova?”
“Hm … sì … però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis

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Un pensiero su “Sperperi di guerra e sperperi di pace

  1. Non intendo essere pessimista affermando che gli eletti sono il prodotto di una società nella quale tutto doveva essere facile e ottenibile senza fatica : cosa non possibile ed errata,perchè solo ciò che si riesce a raggiungere con sacrificio rimane importante e pregevole al contrario di quello che viene considerato un diritto gratuito.

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