Un (nuovo) Governo
per l’Italia
Quae sunt ornamenta tua?
13 settembre 2019
Edward H. Carr nel suo “Sei lezioni sulla storia” ha scritto che … lo storico è soprattutto interessato al lungo termine … e ha scritto anche delle … cause di lungo termine che lo storico deve considerare in via prioritaria … .
E il giornalista? Questo storico quotidiano della cronaca, quando analizza quella politica in particolare, se si dimentica della Storia non contribuisce a una sostanziale disinformazione del suo pubblico, il quale pubblico prima o poi si accontenterà dei brevi gratuiti cinguettii del web?
L’approfondimento è faticoso e rischioso, ma il non approfondimento favorisce l’abbandono della lettura.
Rischiamo.
***
Il presidente degli Stati Uniti ha appoggiato la candidatura dell’italiano Giuseppe Conte alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con un suo tweet, apostrofandolo con un Giuseppi.
Sorrisetti dei commentatori.
Eppure per una volta Donald è stato veritiero al massimo, avendo considerato non un solo Giuseppe ma due: quello che presiedeva il precedente Governo Lega – 5 stelle, più quello che presiede l’attuale Governo Partito Democratico & C. – 5 stelle, plurale: Giuseppi.
Veritiero Donald Trump come sa esserlo lui, con i suoi tweets mattutini di contenuto sovente opposto a quelli serali quando non già pomeridiani, non solo un Donald ma due Donald, plurale: Donalds.
Sig. Presidente del Consiglio – che voti ha conseguito da studente in Storia e poi in Diritto internazionale e Organizzazioni internazionali? – stia attento alla doppiezza di Donalds, ai complimenti d’oltre oceano che vengono dal successore, dai successori di coloro che durante la Seconda Guerra Mondiale avevano lusingato l’Italia – con più documenti scritti e solennizzati da codifiche propagandistiche internazionali – perché si arrendesse al più presto, garantendole l’integrità dei suoi confini politici metropolitani, mentre invece le tolsero Briga, Tenda, Chaberton, Monginevro, Frejus, Moncenisio, Piccolo San Bernardo, Istria con Fiume, Zara, Isole Lagostane e l’Arcipelago di Pelagosa.
Storia vecchia? Carr direbbe di no. Men che meno per una nazione come l’Italia che di Storia ne ha tremila anni.
La voglio aiutare, provando a mostrarle quanto la Storia viva nel presente: l’Arcipelago di Pelagosa è in Adriatico, a vista d’occhio dalle coste italiane.
Dalle coste italiane della Puglia.
Dalle coste italiane della Provincia di Foggia.
Visto? La Storia ce l’ha a un passo da casa. E già perché lei è nato in Provincia di Foggia.
Se ne ricordi mentre viaggia tra sussurri e moine transalpine e transoceaniche.
E’ col Trattato di Pace del 1947 che i predecessori del suo Donalds assegnarono anche l’Arcipelago di Pelagosa alla Jugoslavia, fermo restando il diritto di pesca indiviso tra italiani e jugoslavi; diritto che oggi dovrebbe essere esteso anche al petrolio sottostante se si esaminasse la motivazione economico – sociale del trattato che sancì quella indivisibilità.
Ma lasciamo che al petrolio ci pensi l’ENI e pensiamo solo alla terra emersa di quelle isolette: vi immagini impiantata, per fare un esempio, una grande acciaieria che mandi i suoi miasmi lontano dalle popolazioni.
Lontano da Taranto.
Perché non prova a chiedere una revisione del Trattato di Pace a Donalds, e alla Croazia, subentrata alla Jugoslavia nell’amministrazione dell’Arcipelago, magari concedendo alla lontanissima Zagabria una percentuale sulla produzione di acciaio dei prossimi dieci anni.
Ha altro da pensare con i rossi e i gialli?
Anche Cavour aveva altro da pensare, e aveva di fronte l’Austria – Ungheria non 4.500.000 croati, ma al 1861 era riuscito ad annettere al primo nucleo dell’Italia Occidentale altre undici Regioni geograficamente italiane, e perciò che viene chiamato il Gran Conte: l’insuperato più grande statista dell’Italia moderna.
Non vuole far qualcosa per cancellare quel Giuseppi, per essere se non un altro Gran Conte almeno per far sì che la verbale accorta architettura sintattica e costituzionale del Conte attuale si traduca in qualche concreto pezzetto di terra nostra tornata a casa?
Ci provi almeno.
Così che non siano riferibili all’Italia guidata dal suo Governo quelle altre due righe che Carr scrisse a suo tempo: … La storia non gode buona salute. Ma allora anche la nostra società non gode buona salute.
So che non è facile per un Professore ascoltare insegnamenti da un altro Professore, ma deve esserlo per un padre.
Studi la Storia Sig. presidente del Consiglio, magari col bignamino, in taxi o in aereo.
Così che quando suo figlio e altri sessanta milioni di italiani le chiederanno quali sono i suoi ornamenti, non abbia da mostrare e lasciargli in eredità solo tweets dolosamente sgrammaticati e foto di falsissime smaglianti internazionali sorridenti vacuità.
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis
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RELAZIONE SU “I CONFINI NATURALI D’ITALIA”
PER ASSOCIAZIONI E ISTITUZIONI
A RICHIESTA CLAUDIO SUSMEL INVIERA’ IL PROGRAMMA
Era nato come armistizio forse perchè la resistenza italiana in Libia era stata veramente dura :smettiamola di denigrarci sempre,perchè anche l’orgoglio serve contro il malcostume.
Quando gli Alleati si sono resi conto della situazione reale dell’Italia,hanno calcato la mano mancando di parola su quanto detto precedentemente aiutati anche dall’incapacità del nostro mondo politico .Paola Del Din
Trascorsi decenni di decadenza del “pensiero” alimento essenziale per i confronti fonte da cui scaturiscono i programmi realizzabili siamo arrivati agli sproloqui in pseudo italico ed all’inevitabile caos. Quando usciremo da questa mefitica palude? Grazie per quanto scrive, Gianna Duda Marinelli
ci dimentichiamo sempre che l’armistizio dell’otto settembre fu tale solo per vittorio e badoglio che lo vendettero agli italiani. CPSI’ DA SETTANTACINQUE ANNI . ERA UNA RESA INCONDIZIONATA CHE DAVA AGI ALLEATI IL DIRITTO DI GOVERNARE L’iTALIA.
VEDIAMO DI INSEGANRLO, E TOGLIERE DALLA STORIA IL TERMINE ARMISTIZIO