Covid – 19. Resto a casa?

Solo il lavoro conserva la vita
Italia MCMXLV – MMXX

12 marzo 2020

 Venite! Chi rimane a casa è un vile! Io non vi prometto che fatiche, stenti e fucilate.
Ma vinceremo o moriremo! (1)

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha imposto limitazioni alle modalità di svolgimento del lavoro sul territorio italiano.
Lo ha fatto imponendo limitazioni diverse a seconda del tipo di lavoro.
Ha ascoltato il suggerimento del Professore di Diritto Giuseppe Conte – chiamandolo Giuseppi il Trumpettone transatlantico ha scritto una sciocchezza solo relativamente ai suoi documenti d’identità –, che ricorda bene come per il Diritto non vi sia ingiustizia più grande che legiferare allo stesso modo circa situazioni, comportamenti, soggetti diversi.
Non ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, ci sono lavori, lavoratori diversi.
Quanto premesso senza entrare nel merito dei provvedimenti presi.

Qual è la norma fondamentale che deve orientare le disposizioni del Governo + Opposizione?
La sopravvivenza di quanti più cittadini italiani sia possibile?
Poi viene l’economia?
E’ certo che una maggiore contagio dal virus Corona provochi più morti.
Non si può invece quantificare quanti morti provoca una fabbrica chiusa.
Una fabbrica, un negozio, una qualsiasi attività chiusa produce meno reddito, lo Stato incassa meno imposte, il Ministero della Salute ha meno denaro per medicine e assistenza sanitaria varia: muoiono più cittadini, più anziani e malati in particolare.
Salute e lavoro non sono due partite diverse.
E’ perciò che risulta razionale scegliere caso per caso avendo a fianco medici ed economisti.

La Borsa sta quotando sempre meno le aziende italiane facilitando così l’acquisto delle loro azioni da parte di singoli cittadini e aziende d’Oltralpe in migliori condizioni generali delle nostre: quanti morti causerà la minore ricchezza industriale nazionale?
Enrico Mattei dopo aver combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale i nemici tedeschi occupanti il nostro territorio nazionale, combatté nel dopoguerra i cobelligeranti statunitensi occupanti il nostro territorio nazionale che cercavano il petrolio in Val Padana: ci lasciò l’ENI.
Rischiò la vita più volte, la perse salvando la vita di tanti vecchi e ammalati riscaldati a un prezzo inferiore di quello che avremmo dovuto pagare agli avidi stranieri, facilitando trasporti che hanno prodotto reddito imponibile che ha contribuito e contribuisce ancora oggi ad assicurarci un Servizio Sanitario tra i migliori del Mondo.
Vogliamo ucciderlo di nuovo?
Vogliamo che gli imprenditori e i lavoratori dell’Italia del 1945 si vergognino di noi? Andavano su strade pericolanti, tra infezioni d’ogni tipo, rischiando di calpestare bombe inesplose, con la vergogna sull’anima nel vedere abusi d’ogni tipo intorno a loro.
Non si sono però fermati.
Medici ed economisti, economisti e medici intorno al Presidente del Consiglio per aiutarlo a decidere caso per caso, industria per industria, Comune per Comune.
E noi elettori ricordiamoci dei sabotatori che parlano di elezioni anticipate, perché vuol dire che stanno tenendo per sé suggerimenti utili alla Patria invece di darli al Governo.
Il quale Governo Italiano conterà solo sulle risorse nazionali computando in un plus aleatorio e provvisorio ogni altro aiuto.

Resto a casa?

(1) – Dino Provenzal, Dizionario delle voci, Hoepli, Milano, 1956.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

Il Trattato di Rapallo istituzionalizza lo Stato libero di Fiume
confinante con l’Italia
1920 – 2020
Memoria Patriae prima vis  

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