In attesa dell’autarchia sanitaria italiana
Vae indigentis
25 gennaio 2021
Benedetto Croce, nell’immediato secondo dopoguerra mondiale, denunciò sdegnato i cobelligeranti occupanti che avevano portato via dall’Italia, oltremare, il chinino.
Oltre Manica?
Oltre Atlantico?
Non chiarisce.
Giustificato comunque lo sdegno.
Meno lo stupore, visto che a un filosofo amante della storia non doveva essere ignota la millenaria massima: Vae vicitis.
Domenico Arcuri, durante la guerra mondiale in corso contro la pandemia Covid, denuncia sdegnato la mancata consegna dall’azienda statunitense Pfizer di un numero di dosi vaccinali tale da compromettere il ben avviato piano italiano di vaccinazione e si attiva per azioni legali.
Giustificato lo sdegno.
Apprezzabilissima la mancata perdita di tempo in sterile lacrimevole stupore: evidentemente Arcuri ha letto anche qualche buon libro di storia.
E’ auspicabile che i commentatori politici, di qualsiasi orientamento culturale, rilevino gli errori tattici che il Commissario straordinario contra Covid Arcuri dovesse commettere, ma mettano anche costantemente in risalto la lunga pericolosa guerra che sta combattendo per l’Italia intera.
E’ auspicabile che venga coinvolto anche nella conduzione della guerra per la indifferibile realizzazione della autarchia sanitaria italiana.
Lasciamo ad altri commentatori l’orgoglio di rilevare che alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti – è un democratico o un repubblicano? – si sia esibita una cantante di origini italiane.
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
Centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia Incompleta
1861 – 2021
Memoria Patriae prima vis