La trasferta di un duchino e quella di un Pontefice

E la nave va
Adelante Papa sin juicio
aut festine lente pro tempore et pro re

Marzo 2021

Un duca con cospicua eredità materna lascia la sua Patria e la Casa reale di cui è membro per andare in trasferta nella Patria di sua moglie, dove pare raccatti e raccatterà altro denaro. Sarebbe fuggito da pesanti persecuzioni verbali a sfondo razzial pigmentato ai danni della consorte e del loro nascituro; rifugiandosi in una Patria dove le lotte per l’equiparazione dei diritti tra bianchi e neri durano ancora, e dove gli indigeni “pellerossa”sono ridotti in Riserve. Il denaro non gli è mai mancato, qualche buon libro di Storia sì, e forse si è anche stufato di fare il fratellino all’ombra del fratellone.
I sudditi di un regno accettano che la loro sovrana abbia in testa e in tasca oro e diamanti, purché quella sovrana abbia atteso pazientemente il suo fidanzato, lo abbia sposato, gli abbia dato quattro figli, abbia ignorato pur conoscendole e soffrendone le intemperanze del marito, il tutto continuando a lavorare per il suo regno in pace e in guerra, sempre al suo posto, senza fughe.
Il duchino però un’attenuante ce l’ha, essendo stata proprio la sua Patria a dargli il cattivo esempio, lasciando la Comunità Europea, la sua più grande Patria geografica, per essere padroni del proprio destino: chi di secessione ferisce di secessione perisce.

Per un Pontefice la faccenda di una trasferta è più complicata.
Non deve farla per copulare e arricchire – almeno non ai nostri tempi – e dalla trasferta deve rientrare. E quando è in trasferta, e non solo, deve provare ad imitare il Fondatore camminando sull’acqua. Il Pontefice romano – sì: romano – per tre giorni si è avvicinato, per quanto umanamente possibile, all’esempio dato a Pietro e successori, camminando tra macerie infette, tra chi sa quante bombe inesplose, sotto l’occhio torbido di chi sa quanti potenziali attentatori.
L’anca di Bergoglio ha ondeggiato tra religioni lingue e popoli diversi, propagandando realmente e regalmente l’immagine concreta del soldato senza paura, o se quel soldato paura ne aveva l’ha scacciata fidando nel compenso di un millennio senza fine per ogni minuto finito.

Anche l’Italia ci ha messo del suo, facendo lo sforzo di non far fallire l’Alitalia prima di averci riportato a casa il Papa.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

Centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia Incompleta
1861 – 2021
Memoria Patriae prima vis

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