Vittorio Emanuele III
atto secondo
Unicuique tribuere atque tollere
12 febbraio 2022
Sono stato per alcuni anni socio dell’Associazione di Studi Storici Giovanni Giolitti.
Il suo Direttore Scientifico Aldo Alessandro Mola ha valorizzato la mia ricerca storica invitandomi a partecipare ad alcuni convegni e citando i miei lavori in alcuni suoi libri.
Anche il suo Presidente Alessandro Mella mi ha sostenuto nel mio lavoro.
Ricevo il volume contenente gli atti del convegno intitolato:
Il Regno di Vittorio Emanuele III (1900 – 1946)
II – Gli anni delle tempeste,
Meditazioni, Ricordi e Congedo
(1938 – 1946)
Più volte ho recensito articoli del Professor Mola sul regno di Vittorio Emanuele III impaginandoli su OBLO’, così che facilmente possono essere rintracciati cliccando sull’icona raffigurata in alto a destra della prima pagina di questo blog.
Perché allora insistere con ripetizioni o dettagli che, almeno ai miei occhi, diventerebbero noiosi quanto le diatribe di tanti salottieri televisivi proni alle citazioni ripetute, ruffiane o denigratorie, dei propri interlocutori, avvizziti anche loro dalle proprie stesse banalità ripetute a dismisura per riempire generosi spazi a loro riservati?
Sintesi.
Credo che l’Italia debba onorare la memoria del suo Re di Vittorio Veneto, che fortissimamente cercò la Vittoria sul campo portando il confine d’Italia allo spartiacque alpino nord settentrionale, allo spartiacque alpino nord orientale, e in seguito con una trattativa diplomatica altrettanto dura fino al Monte Nevoso, con l’annessione della Perla del Carnaro: Fiume; nessuno né prima né dopo ha ottenuto questo risultato concreto per l’Italia.
Credo che l’Italia debba ricordare la mancata opposizione del suo Re al varo delle leggi razziali a danno dei nostri concittadini di religione ebraica, che avevano dato sangue e vita nelle guerre del Primo Risorgimento, quello monarchico (1848 – 1924), anche a costo di compiere un “colpo di stato” e della propria vita.
Ritengo che la soluzione della sepoltura del Re d’Italia a Vicoforte sia un accorato equo provvedimento dovuto soprattutto all’instancabile opera del Professor Mola e al nobile non divieto del Presidente della Repubblica della nostra Patria trimillenaria, l’Italia, della cui storia fa parte la novecentenaria storia di Casa Savoia.
Non condivido l’interpretazione troppo benevola del comportamento del nostro Re – nostro Re – nell’ultima parte del suo Regno da parte dello storico Mola, ma va sottolineato che l’instancabile Savoiardo Piemontese Italiano Monarchico – e anche qualcos’altro – Professor Mola, ha il grande merito di ricordare a tutti che alla fine dei giochi è stato Vittorio Emanuele III a porre fine al mandato politico di colui che si ostinò a chiamare sempre Presidente, con un colpo di mano che si può anche definire tardivo ma pure risolutivo; dov’erano i tanti supposti eroi che avrebbero fatto di meglio?
Recentemente Mola ha scritto un pezzo su “Il Giornale” col quale fa seguire la descrizione dell’investitura dell’attuale Presidente della Repubblica alla descrizione di diversi simboli della Monarchia, ribadendo così l’importanza di mettere sempre in risalto la figura del Primo Cittadino d’Italia, senza pregiudizi istituzionali.
Ecco, il libro contenente gli Atti dell’ultimo convegno dell’Associazione di Studi Storici Giovanni Giolitti – stampa più che decorosa, con caratteri ampi e leggibilissimi – si legga per la continua ricerca di aspetti lasciati in ombra dalla storiografia italiana del secondo Novecento, spesso illuminati da una sola angolatura, e per la continua ricerca della Tradizione, così cara al Presidente della Consulta dei Senatori del Regno Aldo Alessandro Mola.
Aa. Vv.
Il Regno di Vittorio Emanuele III (1900 – 1946)
II – Gli anni delle tempeste
Meditazioni, Ricordi e Congedo
1938 – 1946)
A cura di Aldo A. Mola
BastogiLibri 2021
Contributi di:
Carlo Maria Braghero, Giuseppe Catenacci, Carlo Cadorna, GianPaolo Ferraioli, Luca G. Manenti, Alessandro Mella, Aldo A. Mola, Rossana Mondoni, Giovanni Rabbia, Aldo G. Ricci, Tito Lucrezio Rizzo, GianPaolo Romanato, Giorgio Sangiorgi, Amedeo di Savoia (1), Maria Gabriella di Savoia, Cristina Vernizzi, Antonio Zerrillo.
€ 20
(1) – Lo chiamerei ancora Duca d’Aosta, come è stato chiamato per decenni anche dopo l’avvento della Repubblica; Duca, d’Aosta, col predicato di una città compresa nei confini naturali d’Italia, aspirante al trono d’Italia per meriti individuali, non solo per titoli dinastici, che vorrà dimostrarci in concorrenza con Emanuele Filiberto, di Savoia, e con Sergio Mattarella, di Sicilia.
Ciascuno di loro come Capo di Stato sarà comunque sempre meglio per l’Italia di un nemico ex alleato o di un cobelligerante occupante ex nemico.
“Servizio di leva civile obbligatorio in Italia” Claudio Susmel
Centenario dello Stato d’Assedio non firmato
1922 – 2022
Memoria Patriae prima vis