Un diplomatico molto molto italiano
Non solum epistulis sed etiam imagine
proximum certum fecit
23 febbraio 2022
Arriva puntuale la rivista semestrale “FIUME”, fondata nel 1923.
224 pagine su Fiume; sul resto dell’Istria geografica di cui Fiume fa parte situata com’è tra il Monte Maggiore, il Monte Nevoso, la Depressione delle Conche, e il Golfo di Fiume apice del più vasto Golfo del Quarnaro; su Zara.
Non manca il contributo del suo Segretario Generale, e redattore, Marino Micich, che instancabilmente si batte perché il dramma delle foibe e l’esodo dei giuliano dalmati non vengano dimenticati.
In questo numero, con il suo articolo “Foibe e uso pubblico della storia” denuncia in particolare, oltre la storiografia di parte – ma si può chiamare storiografia uno scrivere consapevolmente partigiano? – il becero tentativo di alcuni di voler cancellare il “Giorno del Ricordo” dalle ricorrenze ufficiali della Nazione Italia.
Ulteriori contributi su “FIUME” di Atzeri, Di Giuseppe, Mazzieri, Schurzel, Simonelli, Spinetti, Turco, Vinciguerra.
Massimo Spinetti nel suo articolo “Costantino Nigra ambasciatore d’Italia a Vienna (1885 – 1904)” ci presenta con una affascinante scrittura un diplomatico abile con gli scritti, con le parole, e a quanto pare anche con la sua personale presenza fisica.
Esperto diplomatico alla Corte di Napoleone III servì l’Italia di Cavour anche spregiudicatamente, se si vuol dare integrale credito a quanto scritto in proposito, tramite le buone grazie presso l’Imperatore della Contessa di Castiglione.
Successivamente l’ambasciatore emerito Spinetti testimonia circa il consiglio dato da Nigra a Vittorio Emanuele II di negare a Napoleone III l’alleanza dell’Italia contro la Prussia nel 1866, così risultando buon profeta vista la vittoria della Prussia e la conseguente annessione del Veneto all’Italia.
Più di un rinnovo della Triplice Alleanza (1885) vide l’assistenza di Nigra; interessante leggere del suo coinvolgimento nel rinnovo del 1902 col tentativo di ottenere vantaggi commerciali per l’Italia, perché ci chiarisce come la dicotomia “guerre con i cannoni nell’Ottocento” e “guerre col commercio nel Novecento” risulti quantomeno impropria.
Spinetti mette bene in luce la durezza di Nigra nel respingere l’invito a fare tentativi diplomatici secondo lui destinati all’insuccesso; mostrandoci così una diplomazia che talvolta deve puntare i piedi, anche quelli individuali del diplomatico sul campo che è certo di vedere meglio lui da vicino di quanto possa vedere il suo referente da lontano; ed ecco Nigra scrivere nel 1887 al Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Crispi che non amava dar colpi di spada nell’acqua e fare passi non solo inutili, ma dannosi, tali cioè da raffreddare senza profitto le relazioni tra i due Stati.
Difficile pensare che queste parole fossero dovute ad eccessiva cautela di chi come Nigra era stato “bersagliere studente volontario nelle battaglie a Peschiera del Garda, Santa Lucia e Rivoli, dove fu ferito a un braccio”.
L’articolo illustra anche i rapporti tra l’Austria – Ungheria e l’Italia con riferimento alla politica coloniale dell’Italia, alla Questione Romana, all’irredentismo italiano nei territori politicamente parte dell’Imperial Regio Governo; a questo proposito val la pena riportare buona parte di un passo cui Spinetti riserva spazio nel suo pur breve saggio (22 pagine): […] l’Imperatore Francesco Giuseppe, dopo la perdita del Veneto […] ordinò di procedere alla “germanizzazione e slavizzazione” delle terre italiane ancora possedute dal suo impero, con una decisione espressa nel Consiglio della Corona del 12 novembre 1866. In tale sede “fu espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona, e occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno.” Negli anni di Nigra alla Corte di Vienna (1885 – 1904), il nostro diplomatico avrebbe avuto del robusto lavoro da fare per volgere al meglio per l’Italia le tensioni in corso.
Spinetti scrive di incarichi dati a Nigra esorbitanti la sua specifica carica di Ambasciatore.
Val la pena di riportare che “a casa della principessa Metternich .- Sandor, in una festa organizzata in suo onore […] Nigra ricevette alla fine del suo incarico in Austria – Ungheria, da parte dell’elite aristocratica viennese, un acquerello raffigurante l’Ambasciata a Josephplatz, con la firma di tutte le dame che lo avevano voluto festeggiare.” L’Ambasciatore italiano era stato efficiente non v’è dubbio, ma anche molto … italiano?
Altre notizie si leggono sull’attività di Nigra e sulla sua produzione letteraria, così come del conferimento del Collare della S.S. Annunziata nel 1892 e della nomina a Senatore a vita nel 1899.
Il “ congedo illimitato” fu concesso al ragazzo di 74 anni Nigra nel 1904.
Già, a 74 anni e dopo aver più volte rischiato la vita in guerra e in pace per la sua Patria, e allora in questi tempi di Super bonus al 110%, di Reddito di Cittadinanza, e di corsa alla pensione anticipata, al bersagliere in congedo illimitato provvisorio che sta scrivendo piace salutare il suo commilitone mentre è attorniato dalle sue dame viennesi, che hanno evidentemente amato questo soldato della diplomazia italiana che trovò il tempo di omaggiarle con garbo mentre amava la sua Italia.
Il grande amore suo e di tutti gli italiani per bene dell’Ottocento.
“Servizio di leva civile obbligatorio in Italia” Claudio Susmel
Centenario dello Stato d’Assedio non firmato
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