27 gennaio, Giorno della Memoria e anniversario dell’Annessione di Fiume all’Italia

I fratelli di Gabriele D’Annunzio
Rectam inivit viam

27 gennaio, Giorno della Memoria.
Un buon giorno per non dimenticare i concittadini di religione ebraica perseguitati in seguito alle leggi razziali promulgate in Italia sul finire del 1938.
Un buon giorno per non dimenticare l’annessione di Fiume all’Italia ottenuta il 27 gennaio 1924, grazie anche al sacrificio della vita dei nostri concittadini di religione ebraica.

Gabriele D’Annunzio occupò Fiume il 12 settembre del 1919, entrando con i suoi legionari nella città quarnerina intorno a mezzogiorno, per quella via che si sarebbe chiamata della “Santa entrata”.
Fiume non era compresa tra le rivendicazioni italiane del Patto di Londra che, sottoscritto il 26 aprile del 1915 con Regno Unito Francia e Russia, ci impegnò ad entrare in guerra contro l’Austria – Ungheria entro il maggio dello stesso anno, a fianco dei già belligeranti alleati.
Gli Stati Uniti, associatisi nel 1917, non si ritennero legati a un Patto che non avevano sottoscritto, e il loro presidente Wilson contestò con tignoso puntiglio la piena applicabilità di quelle clausole che in caso di vittoria prevedevano l’attribuzione all’Italia dell’intera Istria e di buona parte della Dalmazia.
A guerra finita si stava rinegoziando tutto, compresa l’annessione di Fiume.
Chi era l’uomo che occupò la città edificata a ovest delle Alpi Giulie, a maggioranza etnica italiana e strategicamente importante per i suoi cantieri navali, sottraendola all’influenza politico economica degli alleati, e alle minacce d’invasione dei serbo – croati?
Difficile identificare i molteplici aspetti della sua personalità di scrittore e di soldato pluridecorato per meriti di guerra. Tre testimonianze sembrano però confermare una linea guida nel suo pensiero politico:
“ … Italiani d’ogni generazione e d’ogni confessione, nati dall’unica madre, gente nostra, sangue nostro, fratelli … “; dal discorso tenuto il 5 maggio del 1915 allo Scoglio di Quarto per l’inaugurazione del monumento alla spedizione garibaldina dei Mille (1).
“ …  La Reggenza riconosce e conferma la sovranità di tutti i cittadini senza divario di sesso, di stirpe, di lingua, di classe, di religione … Ogni culto religioso è ammesso, è rispettato, e può edificare il suo tempio … Le scuole pubbliche accolgono i seguaci di tutte le confessioni religiose, i credenti di tutte le fedi, e quelli che possono vivere senza altare e senza dio … ”; da vari articoli de La Reggenza italiana del Carnaro da lui scritta insieme ad Alceste de Ambris (2).
“ … tu sei per respingere fieramente il marrano Adolf Hitler dall’ignobile faccia offuscata sotto gli indelebili schizzi della tinta di calce e di colla ond’egli aveva zuppo il pennello, o la pennellessa, in cima alla canna, o alla pertica, divenutagli scettro di pagliaccio feroce non senza ciuffo prolungato alla radice del suo naso nazi …“; da una lettera del 9 ottobre 1933 a Mussolini, inviatagli quando D’Annunzio seppe dei suoi progetti di riavvicinamento alla Francia (3).
Fiume venne annessa all’Italia col Patto di Roma del 27 gennaio 1924, grazie agli sforzi diplomatici e al sangue versato dagli “… Italiani d’ogni generazione e d’ogni confessione, nati dall’unica madre, gente nostra, sangue nostro, fratelli …”.

Il 27 gennaio è un buon giorno anche per ricordare il lussurioso Principe di Monte Nevoso, che seppe trovare la retta via per tenere uniti gli italiani in Patria e per riunire gli italiani di Fiume alla Patria.

(1)  L’Italia nella Grande Guerra pag. 59, Gian Dàuli, Milano, Edizioni Aurora, 1935.
(2) Comando di Fiume d’Italia Bollettino Ufficiale n.31 pagg. 3-7, Fiume, Tipografia La  Vedetta d’Italia, 1 settembre 1920.
(3)  D’Annunzio politico 1918-1938  pag. 211, Renzo De Felice, Bari, Laterza, 1978).

  Claudio Susmel

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