Sciagurati politici italo francesi allo sbaraglio

Cappuccino e baguette per l’Europa
Roma rumorem fugit

2 Febbraio 2019

La Francia richiama il suo ambasciatore da Roma, pare soprattutto a seguito della visita parigina di Di Maio ai Gilet Gialli, movimento di contestatori francesi che vanno in piazza non proprio pacificamente.
Qualche incosciente ha evocato analogo richiamo del 1940 a seguito della dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia. Immediati i riferimenti degli storici da bar alla pugnalata alle spalle sferrata nel 1940 dall’Italia alla Francia già in ginocchio per le vittorie tedesche. Accuratamente evitati i riferimenti da parte dei piagnoni masochisti nostrani alla restituzione della pugnalata alla schiena sferrata nel 1947 dalla Francia all’Italia, quando con un Trattato di Pace imposto a un’Italia affamata dai vincitori anglo russi della Seconda Guerra Mondiale, la Francia si impadronì di territori italiani confinari situati a est dello spartiacque alpino.

Che sessanta milioni di franco italiani oltre i sessanta milioni di italo francesi – vanno proprio conteggiati così – debbano sentirsi evocare scenari di guerra di ottanta anni fa, perché un galletto francese in caduta libera senza paracadute di riserva nel gradimento dei suoi concittadini,  e un’ape maio italiano sciaguratamente svolazzante oltre alpe quasi non gli bastassero i guai derivanti al suo Governo da stime di decrescita economica sempre più accentuate da parte di osservatori economici di mezzo Pianeta, è davvero tragico.
Elettori francesi e italiani ricordatevene alle prossime elezioni europee e nazionali: cacciateli.
E prosaicamente, quotidianamente, evocate e ordinate baguette e cappuccino.
Sì, baguette e cappuccino, non Leonardo o il Re Sole, altrimenti salteranno fuori due idioti pronti a immedesimarvisi.
Consumati baguette e cappuccino, riprenderemo a trattare in pace per averne una porzione più grande a danno della controparte.
A trattare affari in pace, non a uccidere e stuprare per anni, perché per un solo giorno gli idioti di turno sfilino all’Arco di Trionfo o ai Fori Imperiali.

Cappuccino e baguette.
Ogni giorno.
Per sessanta milioni di italo francesi, per sessanta milioni di franco italiani.
Europa. 

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis 

E’ lecito augurarci che l’amministratore delegato di Fincantieri venga ricevuto nel Municipio di Fiume, dove il nadelnik – sindaco della grad – città Voiko Obersnel proclamerà ufficialmente il bilinguismo perfetto croato italiano nel territorio storico del Corpus Separatum di Fiume.
Non tralasciando di pronunciare qualche orgogliosa sorridente parola di saluto: … per secoli l’italiano è stata l’unica lingua ufficiale di Fiume, da sindaco croato di Rijeka – Fiume, quella che voi italiani chiamate Fiume – Rijeka, voglio fare di meglio per tutti i fiumani che desiderano vivere in pace, proclamando per motivi storici ed etnici il paritetico diritto di parlare e scrivere e legiferare in croato e italiano per tutto il territorio della mia città, non solo di avere quattro cartelli turistici all’ingresso e per le strade della Città senza alcuna valenza legale, che possono essere rimossi in qualsiasi momento …
L’amministratore delegato Bono replicherà giurando di fronte all’immagine di San Vito, il santo patrono della Città, che qualora in futuro l’amministrazione politica dovesse di nuovo essere italiana – i ribalton da quelle parti sono ciclici – impegnerebbe sé stesso e tutti i collaboratori dell’azienda da lui diretta a sollecitare il Governo italiano e quelli del resto d’Europa a mantenere quanto decretato dal sindaco Obersnel, diventato davvero, dopo l’applicazione del bilinguismo perfetto italiano croato in Città, il sindaco di tutti i fiumani, non solo per finta con opportunistiche chiacchiere in vista delle celebrazioni di Fiume capitale europea della cultura.
Che ha scritto la storia di Fiume a proposito del bilinguismo e d’altro ancora? 

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