La battaglia navale del Mediterraneo
Mare terram vincit
10 febbraio 2020
Quale Regione italiana si offre volontaria per accogliere il deposito unico nazionale
delle scorie nucleari?
Nessuna.
Non mancano episodi di solidarietà individuale e collettiva tra italiani, ma quando una decisione politica riguarda un territorio circostante di estensione come minimo regionale, ogni Regione italiana difende i propri interessi.
E’ ciò che in ambito europeo è sempre accaduto tra gli stati nazionali, che accade oggi, e accadrà anche domani fino a quando la istituita Federazione Europea non avrà una Difesa comune; lo stato nazionale italiano ha dunque oggi l’interesse ad avere sui mari una sua efficiente potente Marina Militare.
Anche perché attendere che l’attuale Comunità Europea assembli una flotta militare per difendere gli interessi nazionali italiani in Mediterraneo significa aver trascurato la lettura anche del più striminzito dei bignamini di Storia.
La Libia stringe accordi politici con la Turchia – sebbene di nessuna validità giuridica internazionale – per delimitare i confini marittimi tra le due nazioni nel Mediterraneo meridionale centro orientale; l’Algeria vara una zona economica esclusiva nel Mediterraneo meridionale centro occidentale; la Russia consolida e la sua presenza in Siria e quindi nel Mediterraneo settentrionale orientale; trivelle petrolifere di nazioni rivierasche e non proveranno a pompare petrolio e gas nel mediterraneo Adriatico, sott’acqua, dove non ci sono confini visibili, e quindi anche dal territorio sottomarino italiano; l’Egitto si arma per tutelare maggiormente l’area marittima antistante le sue coste nel Mediterraneo meridionale orientale, e a questo proposito pare stia concludendo l’acquisto di due Fregate modernissime dall’Italia.
E’ vero che le due Fregate forse destinate all’Egitto erano in procinto di essere parte della Marina Militare Italiana?
Quale che sia la risposta e soprattutto quale che sia l’epilogo della vicenda, è certo che la non numerosa flotta italiana ha necessità urgente di aumentare il numero delle sue navi non certo di diminuirle,di aumentare il numero di ore di navigazione in Mediterraneo, le riserve di materiale d’ogni tipo, di combustibile, e di effettivi addestrati e motivati.
Mare nostrum?
No.
Ma non aspettiamo la istituzionalizzazione della Federazione Europea per poter navigare sicuri e tutelare i nostri interessi nazionali in un mare che lambisce tre dei quattro lati dei nostri confini nazionali che tali rimarranno anche in un contesto sovrannazionale europeo.
Se è moralmente doveroso abdicare a una politica imperialistica e a una politica rinunciataria è altrettanto doveroso, e legittimo, tutelare i nostri confini naturali.
Non solo sulle Alpi.
Il Trattato di Rapallo istituzionalizza lo Stato libero di Fiume
confinante con l’Italia
1920 – 2020
Memoria Patriae prima vis
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
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