In Italia 198 abitanti per chilometro quadrato, in Libia 4.
Che fare?
Il Calendario Atlante De Agostini 2014 ci informa che in Italia ci sono 198 abitanti per chilometro quadrato.
In Libia 4, in Somalia 15, in Eritrea 46, in Tunisia 66, in Senegal 69; per citare solo alcuni dei paesi di provenienza dei profughi extracomunitari.
Si parla della carità doverosa da parte dei paesi ricchi a favore di quelli poveri: d’accordo.
Noi siamo ricchi di opportunità di lavoro – o lo eravamo – al confronto delle nazioni succitate, dovremmo dunque condividere con quelle una qualche percentuale della nostra ricchezza.
Noi siamo poveri di terra al confronto delle stesse nazioni, dunque quelle dovrebbero condividere con noi una qualche percentuale della loro ricchezza.
Del sistema coloniale che prevedeva uno sfruttamento sistematico delle terre conquistate, bisogna buttar via “l’acqua sporca”: l’invasione e lo sfruttamento, e far rinascere “il bambino”: l’emigrazione di famiglie e professionalità verso nazioni a bassa densità demografica.
E’ necessario concepire dei piani statuali per diminuire lo squilibrio demografico tra nazioni ricche entrambe ma di beni diversi, affiancandoli alle lodevolissime iniziative dei missionari religiosi e laici senza frontiere, che portano i propri corpi e la propria professionalità dove c’è ricchezza di spazio e povertà di conoscenza.
Si eviterà così che prima o poi qualche nazione sovrappopolata cerchi nuovamente di risolvere lo squilibrio con la forza. Le teorie degli “spazi vitali” non sono un’esclusiva del ventesimo secolo, nel quale per altro non tutte le nazioni che hanno tentato di tradurle in pratica hanno fallito, basti ricordare la perdurante invasione del Tibet effettuata dalla Cina.
Se le nazioni meno popolate dovessero negare all’Italia, all’Unione Europea, la loro collaborazione finalizzata al riequilibrio demografico, dovremmo replicare bloccando l’immigrazione dei loro cittadini in Italia, nell’Unione Europea.
Con quali modalità?
Claudio Susmel