La tecnica dilatoria dell’India contro l’Italia e i suoi Marò
Interminabile la procedura giuridica in corso su quanto accaduto al largo delle coste dello stato indiano del Kerala, quando due pescatori hanno perso la vita in circostanze ancora da appurare.
L’India usa quella che sembra una vera e propria tattica dilatoria; procedendo con decine e diecine di udienze, ha fatto scontare due anni di carcerazione preventiva a due nostri Marò senza aver formulato un preciso capo d’accusa.
Vuole forse far saltare i nervi ai funzionari italiani?
Perché?
Se ci riuscirà pensa davvero che non si troveranno dei sostituti?
I Maro’ italiani sono imprigionati da troppo tempo perché l’India possa ora definirsi nazione amica; ancora un po’ e si potrà definirla ostile.
Avendo balenato l’uso della propria legge antipirateria contro i Marò italiani, le autorità indiane hanno sperato di distogliere l’attenzione della Comunità internazionale da una nazione che soffre per la pirateria presente al largo delle coste di un suo stato, il Kerala? Lo hanno sperato ipotizzando l’uso della propria legge antipirateria paradossalmente proprio contro l’Italia, che ha esposto la vita dei suoi Marò per combatterla la pirateria, e che ha impiegato risorse economiche per farlo in tempi risaputi di ristrettezze economiche?
Davvero l’India pensa che anche i più loschi detrattori d’Italia possano confondere le coste del Kerala con quelle della Gallura, delle Riviere liguri, di Taormina o del Quarnaro?
Via!, allontani il ridicolo dalla propria azione politico giuridica internazionale, senza ulteriori centellinature procedurali.
Affronti il problema rimandando a casa i due Marò, e caso mai chieda ulteriore sostegno all’Italia per disinfestare il Kerala dai pirati e per sostenerne l’economia.
Nè l’India, insistendo con il suo atteggiamento dilatorio, si illuda di non pagare dazio alle cancellerie dell’intero Pianeta.
I ministri degli esteri di altri stati, se pure non si affanneranno a difendere i soldati d’Italia, il conto glielo presenteranno chiedendo più onerose garanzie in prossimità di impegni con le proprie nazioni, così che discredito internazionale a parte, ogni giorno di detenzione in più dei due Marò italiani costeranno all’India milioni di euro, di sterline o di altre valute.
E per cosa, visto che il suo prestigio giuridico internazionale sta crollando vertiginosamente?
Tutte conseguenze quelle su esposte ben previste da un vecchio proverbio applicabile non solo agli individui ma anche alle comunità: Tutte le volpi finiscono in pellicceria.
Anche quelle indiane.
Claudio Susmel