La famiglia italiana ricorda
la medaglia d’oro Nicola Calipari
morto ammazzato
dagli statunitensi
Il due novembre le famiglie ricordano quei loro cari che non sono più.
La famiglia italiana ne ha tanti.
Tra questi, Nicola Calipari nato a Reggio di Calabria il 23 giugno 1953, morto ammazzato a Bagdad il 4 marzo 2005 dal fuoco di un posto di blocco statunitense, che è stato insignito il 19 marzo 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
“Capo dipartimento del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare – già distintosi per avere personalmente condotto molteplici, delicatissime azioni in zona ad altissimo rischio – assumeva il comando dell’operazione volta a liberare la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata da terroristi in Iraq: prodigandosi con professionalità e generosità, sempre incurante del gravissimo rischio cui consapevolmente si esponeva, animato da altissimo senso del dovere, riusciva a conseguire l’obiettivo di restituire la libertà alla vittima del sequestro, mettendola in salvo. Poco prima di raggiungere l’aeroporto di Bagdad, nel momento in cui l’autovettura sulla quale viaggiava veniva fatta segno di colpi d’arma da fuoco, con estremo slancio di altruismo, faceva scudo alla connazionale con il suo corpo, rimanendo mortalmente colpito. Altissima testimonianza di nobili qualità civili, di profondo senso dello Stato e di eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio della vita.”
Bagdad, 4 marzo 2005
Se il Paradiso profuma di qualcosa, i reggini sanno con certezza che dal 4 marzo del 2005 profuma anche di bergamotto.
Claudio Susmel
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Mi sono sempre chiesto per quale motivo la giornalista, dopo la sua liberazione, venisse trasferita in fretta e furia all’aeroporto in piena notte.
Non sarebbe stato più sicuro portarla nella nostra ambasciata, rifocillatala dopo una bella doccia, ed al mattino successivo andare all’aeroporto in sicurezza ?
Invece ci è scappato il morto !
Non mi risulta che nessuno si sia tanto esposto per i nostri due Marò
al servizio dello Stato.