La Francia tuteli la libertà di stampa ma anche la sensibilità religiosa

Instituenda lex
ne cives ad arma ruant

Gli Stati Uniti e la Russia si sono mostrati tiepidi nelle loro manifestazioni a favore della libertà di stampa svoltesi in mezzo Pianeta in seguito all’assassinio dei giornalisti francesi, provocato dalle vignette satiriche del loro giornale che hanno offeso mortalmente gran parte dei  praticanti la religione mussulmana.
Il Pontefice ha speso le sue parole contro gli assassini ma anche contro le offese alle religioni.
La Francia ha invece enfatizzato il principio della libertà di stampa, sorvolando sulla banalità, la rozzezza, e l’aggressività sarcastica talvolta oscena, dirette contro un simbolo della religione mussulmana venerato da centinaia di milioni di persone.

La Francia piange i suoi morti ed è comprensibile che la velatura delle lacrime le offuschi la vista, meno comprensibile è che i suoi massimi dirigenti politici non si riapproprino immediatamente di quella lucidità che per i capi di Governo è un obbligo irrinunciabile.
Noi occidentali siamo orgogliosi delle nostre libertà di espressione e proprio per questo desiderosi di non metterle in gioco a causa di cafonaggini espressive che non sembrano in molti casi arricchire neppure il sano sporcaccione allegro spirito goliardico d’altri tempi.
Ci aspettiamo quindi che la Francia vari delle leggi che da una parte consolidino la libertà di stampa sul suo territorio nazionale, ma che al tempo stesso rendano più circostanziati i confini tra la libertà espressiva e l’ingiuria, e più rispettosi dell’altrui sensibilità religiosa.

Perché nessun fanatismo imponga ai francesi le sue di leggi, ma anche perché la burbanza gallica non faccia tracimare il pianto dei nostri confinanti verso l’intero Occidente.

Claudio Susmel

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