Celebrata in tutta Italia la Giornata dell’Unità Nazionale Completata
e dell’Indipendenza Militare
Corsica, Alpium aquarum divortia, Ticinorum pagi Rhaetorumque, Histria, Tarsatica atque Dalmatia usque ad Narentam domum revertunt
L’assedio si è finalmente concluso.
Le cerimonie per l’Unità Nazionale Completata e per l’Indipendenza Militare si sono celebrate in tutta Italia.
La Francia ha ammainato a Calvi, nel nord della Corsica, la sua ultima bandiera presente sul territorio geograficamente italiano, imbarcando i suoi soldati per Marsiglia; i cassonetti della città traboccano di “ì” (accentate) che i correttori di bozze si sono affrettati a sostituire sui quotidiani con le “i” (non accentate) del nome originale corso. Si stanno ancora definendo i dettagli per il confine italo francese in diversi punti delle Alpi Occidentali, avendo però già concordato lo spartiacque alpino quale confine politico tra le due nazioni; gli Alpini italiani e i Cacciatori delle Alpi francesi hanno accettato lo spartiacque purché si limitasse a dividere appunto le acque ma non la grappa italiana dal cognac francese.
La Svizzera ha chiesto e ottenuto che a sud delle Alpi Centrali, l’Italia garantisse ai cittadini del Canton Ticino e del Canton dei Grigioni la pari dignità della lingua tedesca e della francese a quella italiana, vantando la sua passata liberale amministrazione, e auspicando per il nuovo confine la stessa permeabilità del suo Gruviera.
La Slovenia ha abbandonato il versante ovest del Monte Tricorno ed ha attestato le proprie guardie di frontiera sul suo versante est, da loro chiamato Triglav, restituendo all’Italia tutti i territori situati a ovest delle Alpi Giulie, nell’Alto Isontino e sulle coste dell’Istria; ha chiesto e ottenuto speciali franchigie per le sue merci in transito per il porto di Capodistria. Ci sono state alcune manifestazioni di protesta da parte di sloveni residenti nei territori ritornati all’Italia, ma pare che nessuno di loro si sia affrettato a trasferirsi in Slovenia.
La Croazia si è ritirata a est delle Alpi Giulie restituendo all’Italia i territori istriani e Fiume, oltre a Zara, cui hanno aggiunto il resto della Dalmazia Settentrionale sino al fiume Narenta, e l’Arcipelago di Pelagosa; ha preteso e ottenuto il bilinguismo perfetto italiano croato in tutti i territori precedentemente amministrati. Alcuni imperialisti croati non sono rimasti soddisfatti degli accordi raggiunti e, memori di averla inventata, hanno elevato la cravatta a simbolo nazionale, e indossatala, dopo averla tagliata a metà sono andati in giro esibendola in segno di lutto.
La Slovenia e la Croazia hanno congiuntamente chiesto e ottenuto il 25% ciascuna dei frutti della pesca e comunque di qualsivoglia sfruttamento dei fondali marini nell’Adriatico Settentrionale e Centrale, riconoscendo all’Italia il restante 50%. Queste due nazioni hanno inoltre condiviso la decisione del Governo italiano di bloccare tutte le trivellazioni in Adriatico, perchè metterebbero a rischio la storia e la bellezza di Venezia oltre che di migliaia di chilometri di altre coste italiane, slovene, croate, albanesi e greche, e minaccerebbero la sopravivenza di migliaia di posti di lavoro di quei lavoratori dell’area adriatica che si avviano a diventare trilingue se non quadrilingue come nella Fiume italiana del ventesimo secolo. In guisa di ammonimento circa il pericolo di bitumazione dei bianchi gioielli architettonici veneziani, migliaia di dimostranti socialmente impegnati delle nazioni adriatiche hanno deciso di festeggiare il Primo Aprile indossando una maschera e un mantello neri; è stato segnalato qualche furtarello ad opera di ” … ragazzini mascherati dall’accento non ben definito.”
Le Isole Maltesi, non più facenti parte del Commonwealth già dal 1977, si sono confederate con la nostra nazione – Ministero degli Esteri e della Difesa in comune – come geografia e storia suggerivano quale programma minimo di condivisione politica; alcuni maltesi hanno chiesto di raffigurare sul Tricolore italiano un falcone maltese, qualcuno si è spinto più in là pretendendo di effigiarvi Humprey Bogart.
L’Italia continuerà per il momento a non avere armamento atomico ma non ospiterà più basi statunitensi nuclearizzate, limitando l’ospitalità a quelle dotate di armi convenzionali; enormi macchine per il movimento terra sono state notate in febbrile attività presso alcune basi statunitensi per tappare buchi conosciuti e aprirne di nuovi sconosciuti.
L’Italia verrà rappresentata dal Membro Permanente Europeo del Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. che sarà ricoperto a rotazione da tutte le nazioni della recentemente costituita “Federazione Europea” e quindi anche dalla nostra; in omaggio al passato retaggio verrà per i primi due anni assegnato al Regno Unito ed alla Francia. Non è chiaro se il principio di rotazione verrà applicato con uguale scadenza temporale anche per San Marino, Monaco, Andorra e Liechtenstein; il Lussemburgo ha subito chiarito che “ … non vorrà essere confuso con questi minuscoli Stati.” Dei due seggi con diritto di veto occupati precedentemente da Regno Unito e Francia, l’altro è stato assegnato all’Africa; la Juventus è stata chiamata a giocare in varie città del Continente bianco nero per festeggiare lo storico avvenimento.
Oltre a questi eventi di importanza strategica per la nostra nazione, se ne segnalano alcuni altri di non poco rilievo per il Mediterraneo.
Le Marine militari di Italia e Francia effettueranno un pattugliamento congiunto a comando alternato nel Mediterraneo Centrale non lontano dalle coste tunisine e libiche; gli Stati maggiori delle due nazioni sono in riunione continua da alcuni mesi per decidere a quale delle due nazioni affidare il primo comando.
Le Forze Armate Europee guidate dai generali Dastico, Nongomery e Pommel hanno respinto le orde dell’Isis dalle coste settentrionali africane e si preparano allo scontro decisivo nel loro Governatorato del Gran Deserto Misogino presso la loro roccaforte di Sade e la loro depressione di Masoch, per sconfiggerli definitivamente e restituire così il sorriso della normalità alle nazioni rivierasche del Mediterraneo.
Il Governo Italiano di Unità Nazionale che ha ottenuto o contribuito a determinare questi risultati ha vinto le elezioni col 99% dei voti.
Con strepito alto ma numericamente esiguo, i partiti sconfitti immancabilmente protestano per la mancanza di democrazia e per l’autoritarismo che avrebbero caratterizzato l’azione di Governo.
Ma oggi, Primo Aprile, nessuno li ascolta.
(1) – Semel in anno licet insanire, anche al cercatore di Storia.
Claudio Susmel
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DI CHI DESIDERA ESSERE INSERITO NELL’INDIRIZZARIO DI OBLO’
La lettura di quanto scritto, la ho letta con piacere, anche perchè io sono italiano vero e non riconoscerò mai i confini attuali.
Non farò guerre o altro, ma nel mio cuore spero sempre che la giustizia prima o poi ci restituirà il mal tolto.