Prima di tutto sorvegliare le porte d’Italia
Multi nantes in gurgite parvo
In questo fine 2015 qualche alleato della N.A.T.O. ci chiederà più volte di andare in qualche modo in Siria, ma nonostante le eventuali promesse non conteremo di più andandoci ma di meno.
Perché non si conta di più mettendo qualche centinaio di stivali sul terreno o quattro Tornado per aria, ma avendo l’economia sufficiente a rimpiazzare senza difficoltà le perdite di stivali e Tornado senza sguarnire il territorio nazionale.
Saremo più sicuri e più stabili invece, e risulteremo internazionalmente più affidabili, se perseguiremo l’obiettivo politico proporzionato alle nostre risorse e volto a tutelare i nostri interessi nazionali, consistente oggi nel garantire il presidio dei confini marittimi d’Italia coincidenti con parte dei confini marittimi della costituenda Federazione Europea. Il presidio cioè del Mediterraneo centrale, autentica via d’acqua tra l’Italia e la Libia, tra la penisola europea e quel continente africano che tende a inviarci imbarcazioni con passeggeri clandestini e non sempre ben intenzionati.
Il budello del Mediterraneo orientale che si incunea tra le coste turco siriane non lambisce i confini italiani, ed è infestato da troppe imbarcazioni pilotate a distanza da antistorici imperialismi ambiziosissimi e litigiosissimi.
Per l’Italia è sufficiente e appagante esercitare la sovranità, e difenderla, sul proprio territorio nazionale.
Claudio Susmel
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LA TURCHIA IN EUROPA E’ LA FINE DELL’EUROPA