Informazioni su Fiume

Giornalista pubblicista. Cercatore di storia.

Memoria italiana

13 dicembre 1977
le geograficamente italiane Isole Maltesi conquistano la piena indipendenza dal Regno Unito.

"Servizio obbligatorio di leva civile in Italia"    Claudio Susmel

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Le Forze Armate d’Italia all’Italia

Alpi e Mari
nostri confini naturali
Non longe a Patria nostra

23 novembre 2022

Lo scorso aprile OBLO’ ha pubblicato un pezzo sulle spese militari richieste all’Italia dalla N.A.T.O.
Con alcune modifiche lo ripropone oggi, considerando le flebo economiche richieste ai nostri magri bilanci per le nostre missioni militari nell’Europa Orientale e nel Vicino Oriente.
Rinsaldiamo prima la difesa  dei confini non lontano dalla Patria nostra.

Il Presidente del Consiglio Italiano Francesco Saverio Nitti (1919 – 1920), rifiutò l’invito rivoltogli dagli Alleati di inviare una spedizione italiana in Georgia; patriota attento ai bilanci dello Stato capì che, nonostante la enorme Vittoria sul campo, i costi della logistica di una spedizione così lontana da casa era, a prescindere da qualsiasi altra considerazione morale o politica, insostenibile per Patria Italia.
Il Presidente del Consiglio Italiano Giovanni Giolitti (1920 – 1921) sgombrò le zone albanesi occupate dall’Italia tranne l’isolotto di Saseno; patriota che avrebbe aborrito l’azzardo politico e militare per tutta la sua vita, conosceva i conti dello Stato come quelli delle sue proprietà agricole, e non si curò delle critiche dei connazionali e ancor meno dei complimenti interessati degli Alleati.
Gabriele D’Annunzio, spacciato per avventuroso guerrafondaio da una storiografia indegna di questo nome, liberò Fiume limitandosi a qualche ridotta spedizione su ridottissimi territori giuliano dalmati nei dintorni della città quarnerina; patriota che rischiò decine di volte la sua vita in terra mare e aria durante la nostra Quinta Guerra d’Indipendenza (1915 – 1918), nebulizzò su incauto pubblico prolisse nubi epico onirico erotiche di vario tipo, ma si guardò bene dall’intraprendere imprese lontane da Fiume: il poeta era un ufficiale che conosceva bene i costi della guerra.
L’Italia anticipò la cessazione del suo Mandato Fiduciario sulla lontanissima Somalia ottenuto col Trattato di Pace del 1947 – negatole dal Trattato sulla vicina Libia –  il 1 luglio 1960, sei mesi prima della sua scadenza giuridica internazionalmente garantita; il rapporto costi benefici era palesemente sfavorevole alle finanze dello Stato e non potenziava in alcun modo la sua politica internazionale.

Ora Governo italiano, nazioni alleate e non alleate pressano per l’aumento del nostro impegno militare nell’Europa orientale, mantenendo presidio nel Vicino Oriente.
Valutato l’incremento progressivo delle nostre spese militari al netto delle critiche del demagogo di turno, auguriamoci che Presidente del Consiglio, Ministro degli Esteri, Ministro della Difesa, e Parlamento, ricordino che Alpi e mari sono i nostri confini naturali e che abbiamo il panslavismo mai tramontato salvo diversa aggettivazione – zarista, sovietica, russa – a nord est, i turchi in Tripolitania, e i russi non lontani dalla Cirenaica: la NATO deve proteggere anche questi confini militari.
L’Italia in passato, pur subendo le pressioni degli Alleati di turno, dei Cobelligeranti occupanti di turno, seppe ritagliarsi più che discreti margini di manovra.
L’Italia può farlo anche oggi.
Destini uomini e mezzi e denaro alla difesa delle Alpi, dell’Adriatico. e del Canale di Sicilia.

Tra una nazione serva e una grande potenza è possibile costruire una media potenza che combatta per sé,  nel rispetto delle alleanze.
Non lontano da casa

“Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”  Claudio Susmel

1923 – 2023
Novantanovesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Trasloco militare italiano dal Libano in Albania?

A difesa dei centri di accoglienza,
della nazione amica, della nostra Europa.
Parva domus sed apta nobis

16 novembre 2023

Che possono fare mille o mille e cinquecento soldati italiani sul confine israeliano libanese?
Sono professionisti seri, umani, generosi, ma inquadrati tra lacci giuridici nazionali e lacciuoli giuridici della missione internazionale di cui fanno parte.
Esposti alle reazioni di una potenza atomica verso il mondo arabo, e di una ospitante gruppi terroristi che nuotano nell’acqua del mondo arabo del Vicino Oriente cui Israele – per usare un eufemismo – non risulta particolarmente simpatico.
Con portaerei statunitensi e flotta russa nelle vicinanze.

Un accordo di massima recentemente raggiunto tra la nostra Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia Giorgia Meloni e il Primo Ministro d’Albania Edi Rama prevede l’insediamento di due centri di accoglienza per i migranti irregolari sbarcati in Italia.
Insediamenti sotto giurisdizione italiana, lungo il confine nord occidentale dell’Albania, su territorio privo di valore economico, con spese totalmente a carico dell’Italia; accordo libero, incruento, tra due nazioni unite dal lago Adriatico.
Non sarebbero più utili per questi insediamenti i mille e cinquecento soldati italiani stanziati in Libano?
A protezione del personale italiano, degli stessi migranti, della nazione albanese in procinto di essere ammessa a far parte dell’Europa unita politicamente, non solo geograficamente.

A difesa della pace in una zona ristretta dei Balcani, realisticamente presidiabile da mille e cinquecento soldati.
O c’è qualcuno che pensa inutile avere mille e cinquecento professionisti seri, umani, generosi, nei Balcani, e per di più in zona di confine?
Nella nostra Europa, non in Asia.

 “Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”    Claudio Susmel

1924 – 2023
Novantanovesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis