Pro anno Domini fabella
Lutetiae infantibus dicata
Battesimo.
Il levante, vento favorevole a sonno e sogni, è sul fraticello che celebra nella chiesetta vicino al mare, sul bambino e sui suoi familiari; nonne paterna e materna incluse, che con ferocissimo garbo si spintonano per stare in prima fila davanti al nipotino, tenendo sottobraccio i settantaquattro libri di favole già acquistati per lui.
Urto le progenitrici per far cadere i libri e liberarne i personaggi. Ne escono Bambi, Belle addormentate, Burattini di legno e Soldatini di stagno che tra Lampade magiche e Tappeti volanti cantano e ballano perché gli occhi del bambino imparino subito a sognare e sperare. Ecco anche un cigno bellissimo che gli dice di non preoccuparsi per quelle sue grinze sul viso e sulle manine: Migliorerai, vedrai; io ero un brutto anatroccolo, ma guardami adesso! E siccome il bambino, per lo sforzo di nascere, ha ancora le labbra pallide, decollano dalla vicina laguna due fenicotteri bianchi e rossi, che planano sul suo viso e se ne vanno via un po’ più bianchi, avendo lasciato qualche pennellata di colore su di lui che ora è un po’ più rosso.
Mentre il fraticello sta ancora mormorando parole latine, arriva il maestrale, vento fresco favorevole a una visione della vita più realistica, che fa socchiudere gli occhi del bambino, e così Bambi e gli altri personaggi tornano lentamente nei libri, mentre il frate celebra ora in italiano e un aereo rumoreggia nel cielo.
Per mitigare al bambino l’impatto con la realtà, esco dalla chiesa e libero un aquilone coloratissimo su cui campeggia l’immagine di Dumbo, l’elefantino volante sempre contento, dirigendolo davanti alla porta aperta della chiesa e ai suoi occhi, che così, per sorridere al cucciolo d’elefante suo prossimo compagno di giochi, si aprono curiosi all’ottimismo della vita e a quello della fantasia.
Coraggio cucciolo d’uomo e buon viaggio.
Non praevalebunt.
Claudio Susmel
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