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Chi ha tradito l’alleanza tra Italia e Stati Uniti?

Lettera di un bambino allo zio d’America

Caro zio Patrizio,
oggi ho conosciuto John, un bambino di lingua inglese nato negli Stati Uniti; abbiamo fatto subito amicizia, tant’è vero che ci siamo presi a pugni cinque minuti dopo aver cominciato a parlare.
Il fatto è che mi ha detto che noi italiani siamo tutti traditori, e allora non ci ho visto più.

Gli ho cominciato a dire che noi avevamo avuto seicentomila morti nella Prima Guerra Mondiale, combattuta insieme agli Stati Uniti, la nazione in cui tu sei così importante, mentre voi sul nostro fronte di guerra ne avete avuto solo uno; e che nonostante questo, a guerra vinta non ci volevate dare neanche Fiume: chi è allora che ha tradito?
Tu che devi studiare la storia se vuoi fare bene il tuo lavoro, ti ricordi senz’altro  che quel signore che abitava nella stessa casa tutta bianca in cui abiti tu ora, nel 1948 ci aveva promesso, insieme ai connazionali di Asterix e di W.C., di restituirci la “Zona B” del Territorio Libero di Trieste, ma dopo che le elezioni politiche italiane sono state vinte dalla coalizione sostenuta dai tuoi concittadini, noi non abbiamo visto nessuna “Zona B” tornare all’Italia: chi è allora che ha mentito, chi è allora che ha tradito?
Poi siamo entrati nell’Alleanza atlantica, ma pur avendo ottomila chilometri di coste da difendere, la tua nazione non ci hai mai concesso nemmeno una portaerei: ti sembra che questo sia stato un comportamento leale da parte del più forte alleato militare della N.A.T.O.?, chi è allora che ha tradito?
Negli anni ’90 del secolo scorso la Jugoslavia ha cessato di esistere, ma non ci è stata assegnata neanche una delle oltre mille e cento isole della Dalmazia, neanche Pelagosa che è più vicina alla Puglia che alla Dalmazia: chi è allora che ha permesso la spartizione del territorio adriatico orientale così male?, chi è allora che ha tradito?
I tuoi amici intelligenti lo sanno bene che eravamo riusciti a calmare quel cattivone di Gheddafi, così che non faceva più attentati contro gli occidentali, ma quando i francesi hanno cominciato a bombardare la Libia tu non li hai fermati, e così la frontiera mediterranea si è insanguinata ancora di più, e il petrolio, che a noi italiani è indispensabile, è diventato più caro: chi è allora che è stato complice di quell’inutile tragica avventura, chi è allora che ha tradito?
Un paio di anni fa abbiamo partecipato alla missione antipirateria di fronte alle coste dell’India e per un incidente avvenuto nelle acque internazionali due nostri marò sono ancora prigionieri di quella nazione, ma non mi sembra che tu perda il sonno per loro  come ti succede per i tuoi marines: chi è allora che non soccorre l’alleato, chi è allora che tradisce?
Ora sembra che ci sia un momento favorevole al miglioramento organizzativo ed economico della mia cara Patria, così che nei nostri ospedali morirà qualche vecchio in meno e nelle nostre scuole qualche bambino potrà studiare un po’ più a lungo. Ma tu, lo zio d’America che credevo ricco e generoso, vieni invece a trovarci perché temi che riduciamo l’acquisto dei tuoi aerei, che magari vorresti impegnare con i nostri piloti in Iraq, dove c’era quell’altro cattivone di Saddam, che però era uno soltanto e se si voleva sostituirlo con molti si doveva capire che non si poteva farlo solo con le armi: chi è allora che non si preoccupa dell’economia generale dell’Alleanza?,  chi è allora che si propone di tradire di nuovo?

Io tutte queste cose gliele ho dette a John, ma quello lì non si è ancora accorto che il padre di suo nonno e il suo amico W.C. che erano britannici, l’impero l’hanno perso dopo la Seconda Guerra Mondiale così come l’hanno perso il padre di mio nonno e il suo amico Ben che erano italiani; e perciò John spera che la sua etnia ce la faccia ancora da sola ad aiutarti a difendere l’Occidente, magari con l’aiuto di Asterix giusto per avere una testa di ponte sulla penisola europea.
Caro zio Patrizio, spiegaglielo tu a tutti i John d’America che i vostri si devono rassegnare a lavorare insieme ai miei, e digli che anche io preferirei parlare solo la lingua che mi ha insegnato mia madre, ma in un  pianeta di sette miliardi di abitanti non è più possibile.

Ciao zio Patrizio, forse non te ne sei accorto, ma sono cresciuto, perciò non mandarmi più nessun filmettino per sognare ancora, non farmi nessun complimento sul cibo e sui monumenti di casa mia ché lo so da solo che sono i migliori del mondo, non sorridermi senza motivo dalla televisione anche se con quei tuoi denti così grandi e simpatici.
Rispettami. Con i fatti.

Claudio Susmel

10 giugno 1924, assassinio di Giacomo Matteotti

Il cippo di confine tra democrazia e dittatura

“ … la democrazia sarebbe cessata del tutto il 10 giugno del 1924 con l’assassinio dell’onorevole Giacomo Matteotti, data questa corretta sotto qualsiasi aspetto, visto che la definizione di regime democratico, al di là dei tanti spartiacque giuridico formali che si possono individuare, non potrebbe che ripugnare a chiunque, se attribuita a un governo convivente con l’assassinio di un parlamentare dell’opposizione.”(1)

Claudio Susmel

(1) Claudio Susmel, “I confini naturali d’Italia” pagg. 86/87, Carlo Delfino editore.