Memoria italiana

4 febbraio 1875,
nascita di Cesare Battisti

10 febbraio,
Giorno del Ricordo

11 febbraio 1918,
Beffa di Buccari

11 febbraio 1929,
Patti Lateranensi

14 febbraio 1914,
nascita di Luigi Durand de La Penne

 Servizio obbligatorio di leva militare in Italia Claudio Susmel

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Il centenario dell’annessione di Fiume all’Italia e Il Giorno del Ricordo

Bilinguismo perfetto croato – italiano a Fiume e nelle altre Province
cedute 
col Trattato di Pace del 1947
Terra Fluminis Sancti Viti Italiae terra

27 gennaio 2024

Il 27 gennaio 1924 il Trattato di Roma statuì l’annessione di Fiume all’Italia.
Il 10 febbraio del 1947 il Trattato di Pace impose all’Italia la cessione di Fiume alla Jugoslavia.
Il 10 febbraio di ogni anno Il Giorno del Ricordo celebra le vittime italiane della pulizia etnica effettuata dagli jugo slavi negli anni quaranta del secolo scorso a Fiume, nel resto dell’Istria, in Dalmazia.

I politici italiani dopo avere ricordato celebrato videochiacchierato chiedano di onorare la memoria di tutti coloro che abitarono quelle Province: le migliaia di assassinati e i 300.000/350.000 esuli.
Chiedano il bilinguismo perfetto obbligatorio italiano – sloveno, italiano – croato, a seconda dell’appartenenza politica attuale dei territori ceduti col Trattato di Pace del 1947.
Nel caso contrario non celebrino in alcun modo Fiume, afflitta da un monolinguismo che di europeo non ha proprio nulla, dannoso per gli stessi abitanti attuali della Città, che si troverebbero a fronteggiare la bora della vita e della Storia senza radici.
E la bora della Storia da quelle parti soffia forte e qualche volta tragicamente.

Il sindaco della Città proclami ufficialmente il bilinguismo perfetto croato italiano nel territorio storico del Corpus Separatum di Fiume, anche perché per secoli l’italiano è stata l’unica lingua ufficiale di Fiume; da sindaco croato di Rijeka – Fiume, quella che noi italiani chiamiamo Fiume – Rijeka, faccia di meglio dei suoi predecessori italiani e croati, per tutti i fiumani e i loro discendenti che desiderano vivere in pace, proclamando per motivi storici ed etnici il paritetico diritto di parlare e scrivere e legiferare in croato e italiano per tutto il territorio della sua città.
Il sindaco diventerebbe  davvero, dopo l’applicazione del bilinguismo perfetto italiano – croato in Città, il sindaco di tutti i fiumani; cioè con i fatti, e non solo a chiacchiere propagandistiche.
Il Ministro degli Esteri italiano, giuri di fronte all’immagine di San Vito, il santo patrono della Città, che qualora in futuro l’amministrazione dovesse di nuovo essere italiana – i ribalton da quelle parti sono ciclici – l’Italia si impegnerebbe sin d’ora, con un Atto internazionalmente garantito, a mantenere quanto proclamato dal sindaco attuale e codificato dall’Assemblea legislativa croata.

Il trattato Croazia – Italia istituente il bilinguismo obbligatorio croato – italiano a Fiume, contribuirebbe a tenere lontane le ideologie comuniste e naziste che a suo tempo hanno appestato anche la Riviera liburnica.

 “Servizio obbligatorio di leva militare in Italia   Claudio Susmel

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Geografia e storia del signor Luigi Riva

Leggiunese varesotto lombardo italiano europeo
Etiam incola atque amans partem Italiae
quae nomatur Sardinia

22 gennaio 2024

La geografia presenta fatti e quindi eroga fastidio grande a chi con le proprie opinioni vuole tirare la giacchetta della Cronaca o la toga della Storia.

Negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, ho lavorato per tutta Italia isole comprese, raccogliendo qualche lira per l’emittente privata più ascoltata nell’Arcipelago Sardo Corso Toscano.
Invece di rientrare al mio accampamento cagliaritano il venerdì, prendevo l’aereo la domenica, e così visitavo borghi e città.
Al termine di uno di questi viaggi, da Firenze presi un treno che mi portò a Empoli, e da una piazza di Empoli un autobus che in pochi minuti mi condusse a Vinci, per sentire assaggiare vedere l’aria che aveva respirato Leonardo, da Vinci appunto. Lì immaginai l’unico quadro al mondo più bello de “La Gioconda”: “La Gioconda” libera e sorridente tra i cipressi e i colli di Toscana sotto il dolce sole d’Italia.
Leonardo vinciano, empolese, toscano, italiano, europeo.
Impagabile il sorriso trattenuto del Presidente Mattarella, quando, durante un suo viaggio a Parigi, Macron gli fece vedere la tomba di Leonardo, a coronamento di una immagine del Genio proposto come solo europeo, che il francesino tentava pateticamente di accreditare anche di fronte allo smaliziato italiano di Sicilia.

Riva leggiunese, varesotto, lombardo, italiano, europeo, rinunciò a guadagni per quel tempo favolosi, e a militare per la, allora, Signora del calcio italiano, pur di rimanere col Cagliari, a Cagliari. Fece il nido in quella parte d’Italia che parlava la sua stessa lingua, non solo con la lingua.
La Sardegna tante volte tradita da tanti, assetata d’amore, amò il campione che la riamò non per denaro ma per calduccio di placenta materna che da orfano quale era cercava.
Il guerriero venuto dal mare non era un cornuto pronto a venderla e a vendersi per denaro.
L’ala sinistra più forte di tutti i tempi si allontanava dal Cagliari solo per giocare con la Nazionale della nazione di cui facevano e fanno parte anche Lombardia e Sardegna, non per giocare in squadre straniere.
L’Italia aveva allora il suo mancino non Mancini.

Nel fine 1966 la mia famiglia si trasferì da Cagliari a Lanciano, in Abruzzo.
Nato io a Reggio di Calabria, con mio padre nato a Fiume, andammo in macchina a vedere la partita Foggia – Cagliari; era inverno perché ricordo davanti a me il tifoso del Foggia in un cappotto.
Sedicenne dimentico della dolce soave favella e della prudenza, cominciai a un certo punto a gridare arroga arroga per incitare i giocatori del Cagliari. Si volse verso di me scuro in volto il tifoso foggiano invitandomi a smetterla. Replicò mio padre chiedendogli perché. Si voltò nuovamente verso il terreno di gioco il foggiano.
Tornammo ad abitare a Cagliari.
Andammo per anni a vedere i tanti giocatori della Nazionale Italiana di Calcio con la maglia del Cagliari e tutti gli altri, compresi quelli di “Cagliari – Bari 2 a 0 c’ero anch’io”.
Come me migliaia di altri italiani di tutte le Regioni d’Italia gridavano forzacCagliari.
Potenza di quel Cagliari costruito via via con giocatori di tutte le Regioni d’Italia, che era è e sarà sempre di chi lo ha amato.

Ora che a geografia storia e memorialistica è stato dato quanto gli spettava – unicuique suum tribuere – si permetta agli occhi di inumidirsi.
E di immaginare che quando ci sveglieremo di notte sentendo rombi di tuoni, guarderemo verso l’alto esitando a imprecare, perché ci verrà il dubbio che a svegliarci siano state le pallonate di Riva che ha ripreso a giocare.

“Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis