Incremento qualitativo e quantitativo delle Forze Armate Italiane

L’Italia difenda sé stessa prima di proporsi per la difesa di altre nazioni
Nunc

11 marzo 2025

Pare che soldati russi abbiano saccheggiato povere case ucraine caricando su mezzi armati lavatrici ed altri elettrodomestici.
Le forze armate russe stanno procedendo verso ovest e potrebbero sfondare il fronte ucraino.
Si ha la più pallida idea del saccheggio cui verrebbe sottoposta una parte d’Italia se percorsa da quel tipo di soldati che hanno invaso l’Ucraina?

Si discetta in Patria Italia circa l’aumento di alcune decine di migliaia di soldati per l’organico della Difesa, mentre qualcuno in passato ha detto che la leva militare obbligatoria sarebbe risultata troppo costosa; in molti non hanno capito proprio nulla, o peggio, continuano a mettere la testa sotto la sabbia.
L’assenza di Forze Armate Complementari capillarmente diffuse sul territorio – leva obbligatoria annuale – e di Forze Armate Professionali ben più consistenti delle attuali, potrebbe costare lo sfascio dell’attuale sistema di vita di sessanta milioni di italiani.
Il Governo, con la collaborazione silenziosa di una parte dell’Opposizione, quella responsabile, si dedichi al quotidiano impegnativo improcrastinabile impegno per l’incremento in qualità e quantità delle Forze Armate Italiane.
Senza proporre in alcun modo il suo esiguo ombrello militare all’Ucraina, men che meno con l’estensione dell’articolo 5 della NATO, salvo rischiare di condannare l’Italia a una pioggia di sangue: aerei e missili volano anche a occidente delle Alpi e dell’Adriatico.

Post scriptum ricordiamoci che il Debito Pubblico Italiano a 2.965 miliardi di euro ci avvicina al baratro economico sociale: omnia sunt in eo. 

 “Leva civile e militare obbligatoria in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2025
Centounesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Il bruto statunitense di fronte alle vacue sanguinose chiacchiere

La Regina Elena e Donald Trump
Facta ac verba

03 marzo 2025

Arduo comparare periodi e personaggi storici lontani.
Riportare alcuni fatti, lasciando al lettore di trovarvi o meno qualche nesso?

Seconda Guerra Mondiale, l’Italia si avvia a una catastrofe militare senza eguali nella sua storia unitaria contemporanea.
Re Vittorio Emanuele III convoca nel luglio del 1943 il Presidente del Consiglio Dittatore Benito Mussolini nella sua abitazione e lo fa arrestare; seguiranno il Governo Badoglio e il primo armistizio del 3 settembre con gli Stati Uniti e loro camerieria varia.
Alla Regina Elena viene attribuita costernazione alta per l’accadimento, con frasi del tipo: “Che vergogna arrestare un ospite a casa nostra”.
La “vergogna” evitò all’Italia la divisione in due Stati per oltre quarant’anni come fu imposto alla Germania, e la distruzione meticolosa delle sue città come quella causata alle città del Giappone.
Le critiche all’operato tardivo del Re e alle modalità d’azione che seguirono riempirono e riempiono tonnellate di libri riviste e giornali.
Già.
Dov’erano però i costernati esegeti del Re, che avrebbero fatto meglio di lui in quel luglio del 1943?

Pochi giorni fa il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accolto nella “sua” Casa Bianca il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj.
Prima accusandolo con inusitata brutalità semantica di vari misfatti, compreso quello di giocare con la Terza Guerra Mondiale per il solo fatto di non addivenire a un accordo con la Russia.
Poi ingiungendogli perentoriamente di lasciare Casa “sua”, visto che non aveva voluto firmare un accordo commerciale tra Ucraina e Stati Uniti di rilevanza economico strategica, e per non essersi rassegnato a che il futuro assetto territoriale politico e militare del suo Stato fosse concordato con la Russia dagli Stati Uniti e non dall’Ucraina stessa.
Le critiche all’operato e al linguaggio del Presidente hanno riempito e riempiono centinaia di chilometri quadrati di carta video etere.
Già.
Cosa sono però riusciti a ottenere fino ad ora gli scrupolosi esegeti semantici e politici del Presidente, se non di vedere uccisi ancora, ogni giorno ogni giorno ogni giorno, oltre che i soldati di ambo i belligeranti, anche donne, invalidi, bambini?

Donald Trump ha messo tutti di fronte alla realtà.
Per egoismo statunitense?
Può darsi, però il Cesaroni statunitense ha chiarito al Pianeta che le chiacchiere stanno a zero.
Ora, la Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia Giorgia Meloni non ceda alle lusinghe di questo o quel Capo di Stato europeo o extracomunitario – è solo alla Comunità Europea che deve rendere conto e al Parlamento Italiano – e continui a perseguire la riunione intorno a un tavolo prima di Stati Uniti Stati Europei e Ucraina, e in un secondo tempo solo dei rappresentanti di Stati Uniti, Comunità Europea, Ucraina, e Russia.
La sede dell’incontro vada individuata nella neutrale Svizzera.

E visto che nessun piano di accordo territoriale è stato reso noto al grande pubblico, lo fa OBLO’, suggerendo di studiare il Trattato di Roma del 1924 col quale l’Italia e il Regno dei serbi – croati – sloveni addivennero all’annessione della più parte di Fiume all’Italia. Riconoscendo la sovranità politica dell’Italia anche sul corridoio che la univa alla città vera e propria, ma lasciando al Regno S.H.S. tutta una striscia di territorio periferica dell’allora esistente Stato Libero della Città di Fiume (1920 – 1924).
Si diano da fare geografi economisti militari e etnologi per individuare i confini di un corridoio che comprenda solo la parte essenziale dei territori occupati dalla Russia, per unire la Crimea alla Russia internazionalmente riconosciuta, sancendo così internazionalmente la sovranità di quest’ultima anche su di essi e la Crimea. 

 “Leva civile e militare obbligatoria in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2025
Centounesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Proposta per l’Articolo 9 del Trattato di Pace tra Ucraina e Federazione Russa

La diplomazia non può ottenere la pace
senza rinunce da parte di tutti i belligeranti
Ad impossibilia nemo tenetur

25 marzo 2025

Articolo 9.
L’Ucraina non reclamerà alcun risarcimento economico per i danni subiti da persone e beni, durante la guerra e comunque sino alla firma del Trattato di Pace, dei territori occupati che verranno restituiti alla sua sovranità giuridica e di fatto.
La Federazione Russa non reclamerà alcun risarcimento economico per i danni subiti da persone e beni, durante la guerra e comunque sino alla firma del Trattato di Pace, dei territori occupati che verranno restituiti alla sua sovranità giuridica e di fatto.
Ogni risarcimento per persone e beni relativo a territori che col Trattato di Pace verranno ceduti a sovranità diversa da quella antecedente il Trattato di Pace, formerà oggetto di trattativa dopo l’entrata in vigore del Trattato di Pace, secondo le regole del Diritto Internazionale. 

 “Leva civile e militare obbligatoria in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2025
Centounesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis