Giugno 1946

“Il Re”
Tulit    

Umberto, alto e magro, era soprannominato “Il Re”.

A  Torino,  sotto  un  soffitto  dorato  della  città  ottocentesca,  sta  servendo  una coppa di champagne ad una signora elegantissima nel suo abito senza fronzoli e senza gioielli.
Brusio intorno. Un’abat-jour verde poggiata su un pianoforte che suona diffonde una luce tenue. La crepe calda mi arriva davanti.
Lui, con la sua giacca bianca, dopo   essersi  tolto  i  guanti, aggiunge  al fuoco del caminetto un ciocco di legna.
Si  avvicina  silenzioso ai  molti  borghesi che gli chiacchierano intorno. Ordinano. Lui serve, senza correre ma senza fermarsi mai.  Ora parla  in francese  con un generale dalla divisa elegante, che sta millantando meriti bellici improbabilissimi.
Fuori, il campanello di un tram prima di una curva.
Comincia a nevicare.
Attraverso  la  vetrata  istoriata con le ondulate chiome di alte signore  liberty, vedo correre uno scolaretto e sento il padre che lo chiama: “Enrico, Enrico”. Per   paura  di  vedere qualche  altro personaggio  del  libro  “Cuore” mi alzo e mi allontano da quel caffè nato tanti anni fa nella capitale del Regno di  Sardegna.
All’interno del bar ormai distante, l’alto magro educato cameriere col nome ed il sorriso del Re di Maggio, continua a  servire senza mai un lamento, per pagare forse le colpe di chissà quale padre così distratto o incapace da privarlo di opportunità di lavoro migliori.

Mi  tolgo il cappello che non ho e lo saluto: viva “Il Re”.

La Turchia in Europa è la fine dell’Europa    Claudio Susmel

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DI CHI DESIDERA ESSERE INSERITO NELL’INDIRIZZARIO DI OBLO’

Sul cambio istituzionale in Italia ha scritto recentemente lo storico Aldo A. Mola: Il Referendum Monarchia – Repubblica del 2 – 3 giugno 1946, pagg. 440, BastogiLibri, Roma, 2016.

La vacua promessa sulla redistribuzione dei migranti del Commissario della Comunità Europea agli Affari Interni

I segnali di fumo della Johansson senza nessun arrosto per l’Italia
Rem aggredendo fidem saepe fregit Europa

25 maggio 2021

Segnamoci questa data del 25 maggio 2021: il Commissario dell’Unione Europea agli Affari Interni Johansson promette un accordo di redistribuzione negli altri Stati nazionali U.E. degli immigrati irregolari in Italia.

Intanto osserviamo che cominciare ad affrontare a fine maggio il problema dell’immigrazione irregolare sulle coste italiane d’Europa, equivale a varare a luglio una campagna antincendio in Sardegna o in Sicilia: puerile, ingannevole, pressoché inutile.
Da inizio 2021 gli immigrati irregolari in Italia sono più di diecimila.
Più del triplo di quanti sono stati per tutto l’anno gestito dal Ministro degli Interni Matteo Salvini; se ne ricordi Giorgia Meloni se vincerà la gara per la Presidenza del Consiglio.
Già fioriscono le erudite quanto non scientificamente documentate analisi circa l’ineluttabilità del fenomeno migratorio, nonostante l’efficiente Ministero Salvini sia recentissimo.
Nota di colore: pare che l’Irlanda abbia assicurato che accoglierà 10 degli immigrati irregolari in Italia.

Missioni Don Bosco, Medici Senza Frontiere, e altre Onlus di operatori votati alla salute del Pianeta più povero sono presenti in Africa, Asia, Centro e Sud America.
Attendono che vengano loro dirottate le risorse profuse per il sostentamento di immigrati illegalmente sbarcati in Italia e per le nazioni che avendo allentato i controlli sulle proprie coste li ripristino.
Le Onlus impiegherebbero queste risorse per la costruzione di pozzi d’acqua dolce, ospedali, scuole, centri di avviamento professionale in nazioni che non ci ricattano.
A queste navighi la Marina Militare Italiana.

In attesa che venga assemblata la Marina Militare della Federazione Europea.

 “Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

Centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia Incompleta
1861 – 2021
Memoria Patriae prima vis

Costituito il Fondo Europeo per la Difesa

L’incoscienza della Federazione Europea
Dum Europa consulit
alieni ad fines

Maggio 2021

Il Parlamento d’Europa ha approvato la costituzione di un Fondo Europeo per la Difesa, con una borsa di 7,9 miliardi di euro, per lo sviluppo di tecnologia militare comune a tutti gli Stati nazionali membri.
Passo avanti verso la costituzione di un Ministero della Difesa Europea?

Può darsi, eppure gli occhi di un cittadino europeo qualsiasi preferirebbero forse vedere subito anche soltanto una fregata navigare con la bandiera blu stellata d’oro sventolante a fianco dei pescherecci europei minacciati dai turchi, una compagnia di fanti schierata ad Algesiras a presidio dello Stretto di Giilterra, un ricognitore aereo sorvolante qualche sciacallo del mare pronto a far salpare dalle coste africane un barchino carico di immigranti col bagnasciuga già più bagnato che asciutto.
Ingenuo? Puerile?
No.
Quella motovedetta sarebbe costretta ad approdare ad una banchina europea predisposta in almeno un porto di ciascuno dei 27 Stati nazionali della Federazione Europea.
Quella compagnia sarebbe costretta ad essere alloggiata in almeno una caserma europea predisposta in ciascuno dei 27 Stati nazionali della Federazione Europea.
Quel ricognitore sarebbe costretto ad atterrare in almeno una pista aeroportuale europea predisposta in ciascuno dei 27 Stati nazionali della Federazione Europea.
Gli indolenti blablalogorroici di libertà e civile convivenza internazionale sarebbero costretti a lavorare per l’istituendo Ministero della Difesa Europea.

Zarputìn si è spinto fino in Cirenaica.
Erdogan, l’indegno successore di Kemal Pascià, si è spinto fino in Tripolitania.
Il Regno Unito ha scelto di essere parte integrante dei Five Wasp (Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda) e manda le sue navi da guerra a rivendicare la sovranità sulle pescose acque delle Isole Normanne, che ben più gloriosamente conobbero i loro avi.
Sono armati, ai nostri confini.
Davvero pensiamo di essere liberi e sicuri continuando a far chiasso di capponi con i nostri miserabili patetici litigi nazionalisti?

L’incoscienza della Federazione Europea.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

Centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia Incompleta
1861 – 2021
Memoria Patriae prima vis