Politica del risparmio
e politica dello sperpero
di Matteo Salvini
Circumage
Metà giugno 2019
Politici nord europei, talvolta cafoncelli, tuonanti contro il debito pubblico italiano abnorme.
Vulcanici politici italiani eruttanti ingiurie contro la totale assenza di solidarietà europea per l’invasione migratoria abnorme.
Di particolare interesse capire se l’Etna dei vulcanici politici italiani Matteo Salvini stia studiando per passare dal Ginnasio – Ministero dell’Interni – dove ha continuato la meritevole azione del predecessore Minniti, fermando quella che è stata e vuole ancora essere a una minima distrazione nostra un’invasione della nostra nazione, per passare al
Liceo – Presidenza del Consiglio – dove la sbracata verbosità si paga con infiniti lutti e duoli, dove insomma la vita di relazione non si svolge più agli Interni della propria Patria nazionale, ma in continuo rapporto con il Consiglio dei Ministri delle altre nazioni nella edificanda Federazione Europea. E non solo.
Il non più sempre scamiciato Matteo è in contraddizione.
Fermando le folle di immigrati ha operato una politica del risparmio con l’evitare il loro mantenimento in attesa del lavoro che non c’è neanche per gli italiani, arginando l’aumento della criminalità diffusa, fermando la concessione di protezione sociale a chi non può vantare nessun avo che abbia pagato pegno per le guerre di unificazione nazionale, e con altri risultati ancora.
Non diminuendo il Debito Pubblico – sì, ora che è al Governo da un po’ ne assume la quota parte di responsabilità – ha invece operato una politica dello sperpero, col mettere a rischio la sovranità nazionale sui propri conti pubblici, diminuendo la propensione degli investitori a fare il loro mestiere in Italia, non potendo fare calcoli seri su una futura maggiore protezione sociale per i più deboli, e con altre conseguenze ancora.
Ricorda signor Ministro quanti giornali di carta e quanti video lodavano i soccorsi in mare dei migranti?, milioni di pagine e di ore non sono riusciti a nascondere il lugubre traffico e le sue nefaste conseguenze per gli immigrati e per i territori d’approdo: la verità viene sempre a galla.
Stia certo quindi signor Ministro che gli italiani, talvolta indolenti anche nell’esercizio del potere analitico della propria abbondantissima dotazione individuale e nazionale di neuroni, non si faranno ingannare neppure a proposito del Debito Pubblico: lo sperpero che ne deriva finirà per punire l’irresponsabile cialtrone che lo avvallerà – che triste pagliacciata quella proposta dei minibot!, roba che neanche Lucignolo avrebbe suggerito – e premieranno elettoralmente la nuova coppia Minniti – Salvini che lo arginerà.
Lo avrebbe già fatto, se Mattarella, Tria – e anche Conte? – militassero insieme in una partito diverso dal suo.
Coraggio signor Ministro, ha fatto cambiare rotta agli stragisti del mare e alle ipocrite navi straniere, ora c’è per lei da fare un’altra difficile virata incitando al pagamento del Debito Pubblico; si compri un salvadanaio di terracotta e un libro su Giolitti, vedrà, entrambi espirano poche chiacchiere ma ferree regole di parsimoniosa amministrazione.
Cambi rotta insomma; lo ha già fatto una volta passando dalla mentalmente e territorialmente nebbiosa secessione regionale al risorgimentale “Viva l’Italia”: ha visto che risultati!; lei capì che quattro elmo cornuto portanti in canottiera non avevano fatto dimenticare agli italiani che Vittorio Emanuele II rischiò vita averi e corona caricando a cavallo gli austriaci, che Mazzini passò metà della sua vita in galera, che Cavour invece di spendere l’intera sua vita al Cambio al gioco e a copulare per salotti si era accontentato di farlo solo durante l’ora di ricreazione, che Garibaldi rischiò la vita cento volte.
Ecco, ripassato Cavour, ripassi Giolitti, Einaudi, Tria.
Vedrà che risultati.
Di nuovo.
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis
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