Le Guardie di Frontiera della Federazione Europea
Dimidium facti habet qui bene coepit
Le Guardie di Frontiera della Federazione Europea potremmo reclutarle tra gli svizzeri.
Sarebbero già trilingue.
Un discreto risparmio.
In attesa che il corpo delle Guardie di Frontiera sia regolato dall’Unione Europea con norme inequivocabili, possiamo ipotizzare una soluzione tentando di identificarne i caratteri di base.
La cittadinanza svizzera per esempio.
E l’addestramento nel servizio militare svizzero assolto, cui far seguire quello specifico per svolgere i nuovi compiti in un campo reclute delle Guardie di Frontiera della Federazione Europea, con sede in Svizzera ma con un comandante scelto a rotazione – tenendo conto dell’indice demografico – tra i cittadini degli stati dell’Unione Europea.
Per tutta la durata del servizio le Guardie godrebbero di una doppia cittadinanza, quella della Federazione Elvetica e quella della “istituita” Federazione Europea.
Cornice istituzionale ispirata in parte da quella delle guardie svizzere della Città del Vaticano?
Considerato che durano dal 1506 e che la federazione di provenienza tiene pacificamente incollati francesi tedeschi e italiani da secoli, appare come un buon punto di partenza.
Claudio Susmel
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