Il Battesimo celebrato a Roma da Francesco I non dà le spalle all’altare

Etsi Baptismum nondum est

Anche se non celebrando in latino, Francesco I battezza alcuni bambini nella Cappella Sistina rivolgendosi verso l’altare al momento della Consacrazione.
Ai  cattolici, poveri come sono, non dispiacerà che il Papa dia le spalle a loro e non a chi non si vede. Ai miscredenti, poveri come sono, non dispiacerà che il Papa dia le spalle a loro e non a un predicatore di pace morto ammazzato.

Chiediamo, vogliamo, urliamo che non si faccia prendere in giro da noi, da quella richiesta di uguaglianza nella mediocrità che trascina lui, la Chiesa cattolica e tutti noi verso il basso, ma guardi avanti.
Ci piace che ci preceda a prendere e tentare di decifrare il vento e la pioggia e il fulmine, e il brontolio del tuono che in questo momento scende dal cielo quasi furibondo.
Vuole compagnia il Papa? E allora cambi mestiere, non faccia il prete.
E comunque stia tranquillo, perché le cerimonie della Chiesa cattolica hanno tanti pregi ma non brillano certo per brevità, quindi lo troverà un momento per girarsi e assicurarsi che non è solo ma che la compagnia ce l’ha dei tanti Giuda pronti a mollarlo nel momento del pericolo, delle tante comari e compari pronti a unire in coro i loro mormorii contro il suo più veniale passo falso.

Coraggio Francesco I, dà le spalle a tutto questo, e per quel masochismo glorioso degno di ogni sacerdote che si rispetti non buttare via l’infida compagnia e continua a tenerla stretta intorno a te, ma guardando in su.
E non farlo solo in occasione di un Battesimo nella Cappella Sistina, ma visto che Roma è anche la Capitale d’Italia vada pure alla Città il privilegio della nuova antica tradizione ma si estenda presto a tutta la nostra nazione – postea reliqua et orbis parte – il rassicurante conforto di un prete che non volta le spalle all’altare disertando con lo sguardo per le vie plateali della Terra, ma lo rivolge verso l’alto, verso il Meglio.

Inerpicandosi con le nostre anime per lo scosceso sentiero che ogni tanto, a qualche svolta, ci porta a riveder le stelle.

Claudio Susmel

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