La missione navale europea nel Mediterraneo Centrale
guidata dall’Italia
Nomen omen
Chi sa se al conte Camillo Benso di Cavour è concesso di felicitarsi nel luogo in cui si trova.
L’eroe nazionale italiano che più di ogni altro ha rappresentato il cervello politico nell’opera di unificazione dell’Italia, dà il suo nome alla nave ammiraglia della Marina Militare Italiana che guiderà nel Mediterraneo Centrale la missione dell’Unione Europea Eunavfor. Missione varata per contrastare il traffico di migranti organizzato da scafisti e loro mandanti sopratutto verso l’Italia, il territorio geograficamente italiano delle Isole Maltesi, e la Grecia.
Molte imprecisioni e tante manchevolezze nel progetto Eunavfor, che impediscono alla flotta europea di agire subito con decisione. Certo. Eppure.
Eppure una flotta europea visibile, concreta e attiva non è poco considerando che solo pochi anni fa qualche galletto nazionalista ha bombardato il dittatore libico Gheddafi, coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Una flotta europea con l’azzurra bandiera stellata che naviga il mare per difendere i suoi cittadini non è poco.
E siccome l’Unione Europea corre il suo pericolo maggiore lungo le coste del suo Stato nazionale Italia, Eunavfor ha il suo quartier generale in Italia, è guidata da un ammiraglio italiano, e la sua nave ammiraglia è italiana. Neanche questo è poco.
Il Cavour dell’Ottocento unì l’Italia ma non del tutto, il Cavour del Duemila unisce l’Europa ma non del tutto.
Si fecero avanti gli eredi, si facciano avanti gli eredi.
Così come quelli del Cavour ottocentesco non nacquero tutti in Piemonte, così quelli del Cavour del Duemila non debbono necessariamente essere varati tutti in Italia.
L’importante è che navighino in squadra.
Claudio Susmel
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