4 ottobre, San Francesco d’Assisi
Intorno al San Francesco delle immaginette, oltre alle rondini perennemente in volo intorno a un campanile, alle rose e agli alberi, figurano immancabili le colombe della pace.
Il patrono d’Italia non si accontentò di rischiare la propria vita con i lupi e di parlare a tutti solo in Patria, ma volle esercitarsi anche all’estero, andando in Egitto e Palestina; a quanto pare il corso di specializzazione per pacifisti seri si svolge spesso da quelle parti.
Comunque si sia comportato il fraticello, da propagandista attivo del cattolicesimo, o intermediario non schierato tra cattolici e mussulmani (bah!), non si è certo portato dietro catapulte o trabucchi, e così le armi della contraerea indigena di allora hanno potuto restare inoperose, visto che l’extracomunitario faceva volare intorno ai campanili e alle moschee delle città cui andava incontro solo le sue parole, che planavano come colombe tra saracini e crociati, tra palme e dune, alla ricerca di scolaretti rintanati in casa, per farli sorridere di nuovo e tornare di corsa a scuola con Bibbia o Corano.
Pur in assenza di facebook, twitter e blogs vari, quel viaggio in qualche misura deve aver funzionato, visto che se ne parla ancora ottocento anni dopo. Evidentemente quando c’è il contenuto è sufficiente qualche cronica del 1200 per farsi apprezzare, e non solo nel proprio collegio (elettorale) cattolico o occidentale.
Nell’anno del Signore 2013 si parla di altri viaggi da farsi nel Vicino Oriente.
Quello del concittadino italiano che parlava a tutti, animali compresi, sembra un buon esempio da imitare. Che senso avrebbe tradire il suo italian style per correre dietro a guerrafondai taciturni, totalmente privi di strategie militari efficaci nello spazio e nel tempo?
Chiacchieroni come siamo, ci siamo scelti Francesco come patrono.
San Francesco, mite e chiacchierone patrono d’Italia.
E delle relazioni internazionali.
Claudio Susmel