La prudenza del Governo sia coerente su tutti i fronti: blocco dell’immigrazione
Cuncta Italia limes
Si discute sugli organici delle Forze Armate italiane da impiegare in Libia per fronteggiare Isis, meno su quelli da destinare al controllo delle frontiere nazionali.
Gli attentati portati all’interno dell’Europa hanno dimostrato che in una guerra contro i barbari di oggi le distinzione tra fronte esterno e fronte interno è diventata molto più labile che in passato. Si scrive da più parti che gli autori di questi attentati vengono anche dalle stesse città europee, il che evidentemente non esclude, per stessa ammissione di questi opinionisti, che vengano anche da nazioni extraeuropee, via mare o via terra.
La guerra in Libia è già iniziata e molto probabilmente si intensificherà. L’Italia vi partecipa, risultando quindi oggi più esposta che in passato – con tutto il territorio nazionale – all’attività bellica del nemico, che può infiltrarsi attraverso i valichi alpini o sbarcando sulle coste, protetto dalle irresponsabili dolose nenie di molti circa una accoglienza che si classifica doverosa e caritatevole, mentre invece può rivelarsi corresponsabile di attentati a danno dei cittadini italiani. Occorre quindi chiudere ermeticamente le frontiere all’immigrazione; non è più tempo di piani di accoglienza graduali, di contingentamenti vari, di bilancini politico mediatici.
Siamo in guerra e tutto il popolo italiano chiederà conto al Governo delle sue azioni in materia di sicurezza per la popolazione civile e per quella militare.
Se predica bene in materia di prudenza pronunciandosi contro frettolosi velleitari sbarchi di nostri soldati sul territorio libico, non si capisce perché debba razzolare male non sbarrando le porte ai potenziali sbarchi di terroristi stranieri sul nostro territorio nazionale.
“La Turchia in Europa è la fine dell’Europa” Claudio Susmel
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