Le bandiere della disintegrazione e quelle dell’integrazione

L’Italia fa sventolare in Albania la bandiera europea
Italiae atque Epiri Europa

31 ottobre 2024

Corteo vociante e insultante di protesta di numerosi maliani dopo l’uccisione per legittima difesa da parte di un poliziotto italiano di un cittadino nato nel Mali, con sventolio di molte bandiere del Mali.
Le bandiere sventolate dai dimostranti di origine e o nascita africana sono sembrate simboleggiare un progetto di disintegrazione delle comunità nazionali italiana e maliana in Italia.

All’interno del territorio sotto giurisdizione italiana in Albania, ospitante i Centri per Immigrati, sventola la bandiera italiana, ma rigorosamente allineata a quella europea.
A simboleggiare un progetto di integrazione delle comunità italiana e albanese nello stesso continente europeo.

Le bandiere della disintegrazione e quelle dell’integrazione.

Post scriptum ricordiamoci che il Debito Pubblico Italiano a 2.962 miliardi di euro ci avvicina al baratro economico sociale: omnia sunt in eo.

“Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Memoria italiana

2 novembre,
la famiglia italiana ricorda tutti i caduti italiani
per la difesa dei confini nazionali.

4 novembre,
festa dell’unità d’Italia incompleta senza tante Province geograficamente italiane,
e delle Forze Armate.

8 novembre 1917,
al convegno di Peschiera tenuto tra l’Italia e i suoi alleati dopo la sconfitta subita a Caporetto, Vittorio Emanuele III rifiuta di arretrare ulteriormente la prima linea dell’Esercito: inizia l’epopea del Piave.

10 novembre 1975,
col Trattato (Accordo) di Osimo, l’Italia rientra in possesso delle sacche territoriali del Sabotino e del Colovrat occupate dalla Jugoslavia in spregio al Trattato di Pace del 1947.

24 ottobre – 4 novembre 2017
audio video della giornata di studi “Da Caporetto alla Vittoria”
realizzato da Davide Colombo.

"Servizio obbligatorio di leva militare in Italia"    Claudio Susmel

Centri Immigrati in Albania?

I profeti del primo giorno
Iure ense et aratro

24 ottobre 2024

I Centri per Migranti in Albania sotto giurisdizione e sorveglianza armata italiane rientrano nel variegato programma di contrasto all’immigrazione illegale, promosso dal Governo Meloni.
Costituiscono un valido tentativo?

Costano molto: come si fa a dire questo?, chiunque si sia occupato di commercio direttamente, per servizi ad esso collegati, per controlli, per giornalismo, sa che sollevare il primo giorno di attività la saracinesca dei locali, fisica o telematica che sia, costa una fortuna, perché comprende i costi di ricerca, di progettazione, le spese iniziali di costruzione e quant’altro, da spalmarsi sulla preventivata o semplicemente auspicata durata dell’esercizio commerciale, industriale, o d’altro genere.
Se si giudicasse un’attività dalla somma algebrica costi ricavi del primo giorno e qualche volta del primo anno, gli imprenditori – non solo di imprese a fine di lucro – sarebbero da considerare tutti pazzi, tutti falliti.
Questa considerazione vale anche per un’attività dello Stato, quale è quella costituita dai Centri per Migranti in Albania.

Perché non in Italia?: interrogativo da prendere in considerazione se i due territori sotto giurisdizione italiana rimanessero isolati e di quelle dimensioni, salvo verificare se il viaggio più lungo, e la nazione d’insediamento non presentante le stesse lusinghe italiane, non risulteranno comunque deterrenti per l’arrivo di immigrati irregolari.
Se a seguito di questi primi due nuclei territoriali si rilevasse un qualche rallentamento nell’attività criminale organizzante gli sbarchi illegali e si procedesse quindi a un’estensione della capacità di accoglienza ecco che allora si potrebbe avere una serie di numeri sui quali ragionare politicamente e non partiticamente.

Italia – Albania: risulta così fastidiosa la collaborazione tra due nazioni dirimpettaie d’Adriatico?, ma come?, ottant’anni di critiche al concetto romano prima e romagnolo dopo di Mare Nostrum, di Adriatico sposo di Venezia, e per una volta che si attua una collaborazione interstatuale nell’Adriatico già amarissimo, con qualcosa di concreto, senza sangue e prevaricazioni, ci si scaglia contro?
Ai ai ai!, turisti fai da te della Storia?, no libri tour?
Ai ai ai!

Post scriptum ricordiamoci che il Debito Pubblico Italiano a 2.962 miliardi di euro ci avvicina al baratro economico sociale: omnia sunt in eo.

“Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis