Revisione del Trattato di Pace del 1947/4

Il territorio nazionale italiano
Naturae limes

I confini naturali d’Italia
Per affrontare la revisione del TP47 è indispensabile conoscere i confini naturali d’Italia. Chi scrive ritiene che farli coincidere con quelli politici debba costituire, in materia di confini nazionali, l’obiettivo  primario di ogni cittadino italiano.
Obiettivo da raggiungersi attraverso quelle tappe che l’azione diplomatica conseguirà, con quei tempi che la situazione politica internazionale consentirà; tappe e tempi di cui ogni governo nazionale italiano degno di entrambi gli aggettivi, dovrebbe dare conto quotidianamente al suo elettorato.

In queste pagine il territorio naturale italiano verrà descritto con  particolare attenzione a quelle sue parti non ancora ricongiunte alla Nazione e direttamente interessate dalla prima revisione confinaria che verrà suggerita.

Arcipelago occidentale italiano
L’Arcipelago occidentale italiano è formato dalla Sardegna, dalla Corsica, dall’Elba, e dalle isole più piccole intorno ad esse.
E’ l’arcipelago che si trova a ovest della Penisola italiana.

Penisola italiana
Stando alle assicurazioni dei dizionari, la penisola è un lembo di terra circondato per tre lati dal mare e per uno dalla terra.
Il lato della Penisola italiana circondato dalla terra termina con lo spartiacque della cerchia alpina, che inizia a occidente con le Alpi Marittime e si dirige verso nord con le Cozie e le Graie, piega verso nord est con le Alpi Pennine, prosegue sempre in direzione nord est con le Alpi Lepontine, Retiche, e Noriche occidentali, piega a sud est e poi a sud ovest con le Pusteresi, prosegue verso sud est e poi a nord est con le Dolomiti, piega verso sud est con le Alpi Carniche, prosegue piegando decisamente verso sud, sempre in direzione est, con le Alpi Giulie, col Monte Bittorai di metri 1.386 e col Monte Visevica di metri 1.428, con le Alpi Bebie chiamate anche Velebiti, e con la linea costiera delle  Alpi Dinariche; le Alpi che vanno dal Bittorai incluso alle Dinariche costiere incluse vengono in queste pagine denominate Dalmatiche.
I tre lati del territorio della Penisola italiana circondati dai mari fronteggiano l’Arcipelago occidentale italiano, l’Arcipelago centrale italiano e l’Arcipelago orientale italiano.

Arcipelago centrale italiano
L’Arcipelago centrale italiano è formato dall’isola di Sicilia, dalle isole Eolie, dall’isola di Ustica, dalle isole Egadi, dall’isola di Pantelleria e dalle isole Maltesi; si trova a sud della Penisola italiana .
Lasciamo ai geografi italiani specialisti in piattaforme e fondali marini, il compito di assegnare l’attribuzione fisica allo zoccolo europeo o a quello africano dell’isola di Linosa, da considerarsi singolarmente, e, ancora più a sud, delle restanti isole Pelagie di Lampione e Lampedusa.

Arcipelago orientale italiano
E’ l’arcipelago adriatico formato da centinaia e centinaia di isole, che – stando alla seconda delle tre ipotesi di confine italiano esaminate più avanti – risale l’Adriatico da quelle di Lesina, Torcola e Lissa in direzione nord ovest fino alle isole di Arbe, Goli e Gregorio, fronteggiando la costa dalmata; e prosegue con Pervicchio, Veglia, Cherso e le altre isole del Golfo del Quarnaro, fronteggiando le coste della Dalmazia e della Venezia Giulia.
L’Arcipelago orientale italiano si trova a est della Penisola italiana.

I confini naturali d’Italia assunti in queste pagine
Delle tre ipotesi esaminate di confini naturali d’Italia (Claudio Susmel, op. cit., passim), e cioè quelle che prevedono i confini orientali arrivare alla Depressione delle Conche (limite naturale individuato tra il Friuli Venezia Giulia e la Dalmazia), al fiume Narenta (limite naturale individuato tra una Dalmazia italiana e una Dalmazia indipendente), e al fiume Boiana (limite naturale individuato tra una Dalmazia interamente italiana e l’Albania), si assume in queste pagine l’ipotesi dei confini naturali al Narenta, perché quelli rispondenti alla più rigorosa applicazione del criterio della divisione tra il bacino idrografico del Mare Adriatico e quello del Mar Nero, e contestualmente risultanti da scelte improntate alla massima equità laddove il criterio della divisione dei bacini idrografici consente più soluzioni. Sia scritto per inciso che il principio di equità non sarebbe ignorato se si assumesse una delle restanti due ipotesi.
Del territorio naturale italiano si esaminerà particolareggiatamente quello i cui confini sono stati mutati per effetto del TP47: la Penisola e l’Arcipelago orientale.

Claudio Susmel 

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