Spese militari grandi e piccole

Gli F-35
e il grigioverde di Guareschi

L’inserimento dell’acquisto dei nuovi aerei da combattimento F-35 nel bilancio della Difesa, viene discusso in continuazione con riferimento al numero e ai tempi.
Si leggono e si ascoltano osservazioni da più parti circa il costo unitario di ciascun velivolo e la dipendenza dagli Stati Uniti d’America per certa tecnologia dei velivoli.

Parecchi decenni fa Giovannino Guareschi propose di inserire un’altra spesa nel bilancio della Difesa: la sostituzione delle divise color kaki con le divise color grigioverde.
Lo scrittore italiano allora più letto al mondo scriveva che (1) “… avevamo raccattato le brache e i giubbetti usati che gli altri hanno gettato alla nostra miseria sbrindellata … Abbiamo visto tanti prigionieri ritornare vestiti in kaki, che il kaki è diventato per molti il color prigionia. E’ sempre meglio il color Vittorio Veneto …” Per l’Internato Militare Italiano reduce dai lager nazisti – dopo l’annuncio dell’8 settembre aveva rifiutato di arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana – il kaki era il colore della sconfitta, mentre il grigioverde era il colore della vittoria.
Il papà di Don Camillo e Peppone non attribuiva a una parte degli italiani piuttosto che a un’altra la sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale, sanzionata con il Patto d’Armistizio firmato con gli Alleati il 3 settembre 1943 a Cassibile e poi con il Trattato di Pace del 1947 impostoci dagli stessi Alleati diventati nostri cobelligeranti. La accettava, ma reagendo a quella sudditanza psicologica nei confronti dei vincitori che anche il colore delle divise indossate dai soldati della propria nazione può continuare a diffondere.

L’investimento relativo alle divise di color grigioverde e quello relativo all’acquisto degli F-35 non sono comparabili in alcun modo, ma il secondo dipende forse in una qualche misura dal primo.
Perché il grigioverde richiamerebbe con enorme più forza agli occhi ed alla mente degli italiani il concetto di indipendenza della nostra nazione e i sacrifici fatti dalle Forze Armate per ottenerla. Questa aumentata percezione della propria indipendenza confermerebbe l’Italia nella propria scelta di campo – anche se insieme a potenze con una capacità operativa militare e politica ben più alta della nostra e quindi in grado condizionarci in una qualche misura – perchè la rafforzerebbe nella sensazione di essere un’alleata e non la perenne ex cobelligerante a sovranità limitata.
E proprio la coscienza di questa dignità faticosamente ma ulteriormente ritrovata anche sul piano formale e la consapevolezza dell’importanza delle Forze Armate per conservarla, lungi dal pregiudicare l’acquisto di un certo numero di F-35, o di altri sistemi d’arma, al contrario lo giustificherebbe.
Un acquisto proporzionato all’assunzione delle nostre corresponsabilità in ambito internazionale, purché non pregiudicante la stabilità economica e politica della nostra nazione, più volte provocata in passato da impegni militari sproporzionati, quando non velleitari, rispetto alle nostre capacità economiche.

(1) Giovannino Guareschi, Corrierino delle famiglie, Milano 1963, Rizzoli)

Claudio Susmel  

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