La conferenza di Roma sulla Libia
Pari passu
Il Governo italiano ha voluto fortemente la conferenza internazionale sulla Libia che si terrà a Roma domenica 13 dicembre.
Bene per quanto alla forma.
Per quanto invece alla sostanza, il Presidente del Consiglio Renzi stia ora attento alle promesse; non abbia troppa fiducia nella sua capacità di giudizio sulle azioni future delle nostre controparti in politica internazionale. Si ricordi della potente famiglia fiorentina dei Bischeri, che valutò male le azioni future della Repubblica di Firenze, loro controparte in affari, e alla fine non ottenne nulla; in compenso, quale interesse beffardo sul danno del guadagno perduto, ci ricavò un proverbio: la mamma dì bischero l’è sempre incinta.
Il Presidente del Consiglio creda all’impegno internazionale in Libia quando vedrà la flotta e l’aereonautica statunitense al largo delle coste libiche, con i soldati a bordo pronti a sbarcare. Quando sarà verificabile sul campo la partecipazione della Tunisia e dell’Egitto, anche se solo con l’impermeabilizzazione dei loro confini con la Libia. Quando il comando della missione sarà affidato all’Italia.
Questo comando e il conseguente aumentato impegno delle nostre Forze Armate contro il terrorismo nel teatro di guerra storicamente conosciuto dall’Italia che è il Mediterraneo Centrale, costituirà il corrispettivo italiano al parallelo maggior impegno anglo franco tedesco nel Mediterraneo Orientale.
Stia attento alle promesse Presidente Renzi, non si fidi troppo delle sue capacità di giudizio sulle azioni future di altre nazioni.
Un vorremmo al proverbio gli hambiassero il cognome.
Claudio Susmel
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